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In carcere tre dirigenti ThyssenKrupp condannati

Il carcere non si augura  a nessuno ma se c’è qualcuno che si è maritata ampiamente questa “pausa di riflessione” sono senza alcun dubbio i dirigenti della ThyssenKrupp.

La procura generale di Torino ha emesso stamane gli ordini di carcerazione per i quattro manager italiani condannati in via definitva ieri dalla Cassazione. Tre di loro si sono già presentati alle forze dell’ordine per la notifica del provvedimento.

Marco Pucci e Daniele Moroni, dirigenti della Ast-Acciat Speciali Terni, si sono consegnati in questura a Terni poco dopo le 9,30 e poi trasferiti nel carcere del capoluogo di provincia, in Vocabolo Sabbione. Il torinese Raffaele Salerno si è invece presentato in commissariato, nel capoluogo piemontese. Nessuna notizia, al momento, sulla situazione di Raffaele Salerno (condannato a 7 anni e 2 mesi) e Cosimo Cafueri (6 anni e 8 mesi).

Per i dirigenti tedeschi, invece, la questione è sicuramente più complicata.
La pena più alta – 9 anni e 8 mesi – è stata inflitta all’amministratore delegato Harald Espenhahn,e non sembra facile ottenere l’estradizione di uno dei membri più influenti dell’industria tedesca.

Pucci e Moroni, invece, condannati rispettivamente a 6 anni e 3 mesi e 7 anni e 6 mesi, bisognerà vedere come verrà considerata la loro condizione di “incensurati”, il fatto di essersi consegnati – che implica automaticamente uni sme atteggiamento meno severo da parte della magistratura di sorveglianza, addetta alla “esecuzione della pena” – e le eventuali condizioni familiari, lavorative, ecc, che potrebbero ridurre a ben poco la loro permanenza nelle patrie galere.

Naturalmente noi restiamo favorevoli a tutta la legislazione che amntiene i pirncipi di “rieducazione del condannato”. Ma di sicuro non vorremmo vedere dei manager come questi – responsabili della morte di ben sette operai – fuori dal carcere quasi immediatamente. Siamo infatti convinti che, per capire che la “legge dell’impresa” e del profitto sono un orrore contro l’umanità, occorra qualche tempo. Ci sembra insomma più facile far capire a un ladro che deve cambiare mestiere, piuttosto che a un manager…

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