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Fermare i mandanti di guerra e terrore

Libia, Siria, Afghanistan, Yemen, Iraq, Ucraina. Fermare i mandanti di guerra e terrore. Rilanciare le mobilitazioni di gennaio e marzo, per una nuova stagione di lotta contro l’aggressività USA / NATO / UE.

La Commissione d’inchiesta istituita sette anni fa dal Parlamento britannico sulla partecipazione del Regno Unito nell’intervento militare in Iraq del 2003 ha stabilito che l’allora primo ministro Tony Blair ha mentito sistematicamente per giustificare la partecipazione dell’esercito britannico al bagno di sangue iracheno.

Quali sono stati i risultati di quelle scelte? Oltre un milione di morti iracheni, stragi quotidiane che ancora oggi insanguinano un paese smembrato, British Petroleum ben piazzata a Bassora.

Da parte di Blair (osannato allora da Veltroni, D’Alema, Fassino) qualche scusa e niente più. Un altro criminale di guerra in libertà, superpagato per conferenze e convegni.

Quanto dovremo attendere per una Commissione che metta sul banco degli imputati i responsabili diretti del bagno di sangue in Libia? Per sapere i nomi basta scorrere le cronache dei primi mesi del 2011, quando il 19 marzo un altro leader inglese, David Cameron, insieme al francese Nicolas Sarkozy lanciarono i primi bombardamenti, seguiti da un riluttante Berlusconi, spinto al dovere dall’allora segretario del PD Bersani e dal Presidente della Repubblica Napolitano.

Storia recentissima, che dice tutto sulle responsabilità della situazione che stiamo vivendo oggi, in Medio Oriente e a livello continentale.

Dopo 25 anni di massacri, iniziati con la prima aggressione all’Iraq nel 1991, la guerra ha progressivamente iniziato ad affacciarsi nel cuore pulsante dell’Europa, con le stragi di Madrid, Londra, Parigi, Bruxelles, Nizza. Centinaia di morti innocenti. Una frazione infinitesima delle centinaia di migliaia di morti (complessivamente ben oltre un milione di vittime) costati ai paesi mediorientali e dell’Est europeo (ieri l’ex Jugoslavia, oggi l’Ucraina).

Gli esecutori materiali dei recenti massacri in occidente emergono ed emergeranno in numeri sempre più copiosi dalle macerie e dall’orrore pianificato da tutti i Tony Blair succedutisi al comando dei vari paesi imperialisti, a partire dal più potente di essi, quegli Stati Uniti che oggi chiudono la parabola dell’interventismo bipartisan con il democratico Obama ad ordinare nuovi bombardamenti sulla Libia.

In un gioco delle parti sempre più evidente, perché corroborato da volumi di prove di ogni tipo, il terrore ipertecnologico sparso dagli eserciti occidentali si giustifica e alimenta attraverso il più plebeo terrore del Tir di Nizza. Obama sta all’ISIS come i Talebani stavano a Reagan.

Una spirale infinita, che vede nella nuova aggressione alla Libia un altro tragico capitolo, foriero di attentati anche nel nostro paese, al momento non ancora toccato dalle schegge che dal grande bagno di sangue ogni tanto si conficcano nella carne viva di altri innocenti, in una stazione o in una piazza del centro di una metropoli o di una città d’arte. Sarebbe una Manna dal cielo per il governo Renzi, destabilizzato da scelte politiche ferocemente antipopolari e da continui scandali, che potrebbe trovare nella retorica antiterrorista un aiuto fondamentale per vincere il prossimo referendum anti costituzionale, che tanto preoccupa la Troika europea e le classi dominanti di quel che resta dell’Unione Europea dopo la Brexit.

La storia ha dato ripetutamente ragione al Movimento contro la guerra, che queste verità le ha gridate nelle piazze in tutti questi anni e, più recentemente, nelle mobilitazioni del 16 gennaio e del 12 marzo scorsi, che hanno agglutinato moltissime realtà pacifiste e no war in tutto il paese.

Occorre rilanciare la lotta contro la nuova aggressione alla Libia, evidenziando come questa guerra senza confini vede oggettivamente uniti i popoli delle due sponde del Mediterraneo, così come quelli dell’Est europeo.

Le guerre imperialiste originano da una crisi sistemica che non trova soluzione, perché il problema è il modello economico che non funziona e che va abbattuto.

Le vittime, a Sirte come a Parigi, ad Aleppo come a Londra, a Kabul come a Madrid, siamo noi.

Rilanciamo sin da subito la mobilitazione per dire NO alla nuova aggressione alla Libia, per bloccare l’uso delle basi militari USA/NATO nei bombardamenti sulla Libia.

No alla guerra imperialista – No alla partecipazione italiana al nuovo massacro in Libia – La responsabilità di possibili attentati in Italia ricadrà direttamente sul governo Renzi.

 

Rete dei Comunisti

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