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Modena. Il Pd e la destra danno una mano a Netanyahu

Quello che è avvenuto a Modena è assai grave: il consiglio comunale il 16 febbraio ha approvato uno scandaloso ordine del giorno presentato dalla consigliera PD, Federica Di Padova.

La superficialità con cui quel documento è stato redatto e presentato è paragonabile all'inutile intervento dell'altro consigliare PD, Diego Lenzini che pur giudicandosi “impreparato ad affrontare il tema”  sentenzia e sostiene il documento. Per non parlare poi delle tesi sioniste addotte dalla Di Padova, secondo cui la risoluzione va condannata perchè “basta leggere i nomi degli Stati che l'hanno approvata” citando Iran, Oman, Pakistan, Cina, Malesia, Marocco, Libano etc. Una difesa d'Israele “senza se e senza ma”. Meno male che almeno, come spesso accade a persone della sua risma, non ha tirato in ballo la questione olocausto e la sofferenza del popolo ebraico per la conquista della loro nazione.

Certo lascia stupito che questa vicenda, l'unica a quanto ci risulta in tutt'Italia, sia avvenuta a Modena e si sia conclusa con un voto favorevole (13 a 9) dopo un iter istituzionale alquanto discutibile.

L'Ordine del Giorno, firmato dalla Di Padova e da due consiglieri dell'opposizione di Destra, è stato presentato il 24 novembre e poi sommariamente discusso in aula il 19 gennaio di quest'anno. Una discussione che è stata infine sospesa e rinviata, perché era sopraggiunto il tempo di passare ad un altro atto celebrativo non rinviabile. Un periodo di rinvio infinitesimamente lungo: ben 84 giorni, tempo in cui nessuno si è mosso. Né la minoranza PD, né l'opposizione di sinistra o cosiddetta democratica, presente in consiglio comunale, sempre più fantasma e rappresentante di se stessa.

Durante il dibattito, doveva essere maggiormente sottolineato ai firmatari, che Israele è una potenza occupante da oltre cinquant’anni. Non per nostro parere o dei palestinesi, ma perché lo confermano gli atti repressivi di quel governo nei confronti del popolo palestinese e le risoluzioni dell’Onu. Nulla ha a che fare con l'antisemitismo ma con l'antisionismo, ovvero a quella cultura che crede in uno stato governato dalla religione e abitato solo da provenienti della stessa razza.

Grave quel voto della maggioranza PD e della Destra istituzionale di Modena, perché è di fatto, un atto di accusa di antisemitismo rivolto all’Unesco; falsifica e rimuove culturalmente e politicamente il progetto da anni impostato da Israele di utilizzare le “colonie” non solo in Cisgiordania ma anche per Gerusalemme Est, come metodo di pulizia etnica ed espulsione del popolo palestinese da quella nazione.

La consigliera Di Padova, non si è neanche minimamente posta il problema dei processi di pace perché ritiene che ciò debba essere dettato dai tempi e dalle modalità che solo uno Stato occupante deve e può decidere. Questo è avvallato da un passaggio del suo intervento dove definisce proprio quei territori giustamente “conquistati con una guerra”. Processi di pace che in verità non sono mai realmente iniziati, soprattutto a causa di quell'espansione coloniale mai arrestata che ha contribuito a dar forza a tutte le frange estremiste presenti nei territori occupati. Terre dove vivono donne e bambini, famiglie intere a cui viene distrutta la casa e la propria storia.

La traduzione integrale della risoluzione Unesco, al comma 3 scrive: “Affermando l’importanza che Gerusalemme e le sue mura rappresentano per le tre religioni monoteiste, affermando anche che in nessun modo la presente risoluzione, che intende salvaguardare il patrimonio culturale della Palestina e di Gerusalemme Est, riguarderà le risoluzioni prese in considerazione dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e le risoluzioni relative allo status legale di Palestina e Gerusalemme…” quindi nessuna negazione del legame degli ebrei con quei luoghi, come per l'accusa di antisemitismo.

In verità tanto fervore per quella risoluzione è perché per Israele “è scandaloso– come definisce Moni Ovadia – che il documento dell’Unesco non riconosce alle autorità israeliane e ai fanatici di Israele il diritto ad esercitare il proprio arbitrio”. Un atteggiamento che sta minando le radici stesse dello stato Israeliano. “Quello che in realtà ha infastidito – continua – è che si definisca Israele come “potenza occupante” e ne denunci la pratica violenta dei fatti compiuti sul territorio”.

E' soprattutto questa la gravità del voto favorevole, perché pone un serio problema sulla maggioranza PD e sulla sua cultura democratica. Nessuno avrebbe mai permesso un simile insulto a una città medaglia d'oro alla Resistenza. Un amministrazione che da oltre 72 anni governa questa città, che ha e appoggia progetti attivi in quei tanto ambiti territori.

Da questa approvazione sono emersi altri elementi degni di nota: 

Il profondo declino politico del PD che ha di fatto subito il ricatto esercitato dalla Di Padova nei confronti dei suoi consiglieri e della sua maggioranza,  permettendogli anche di utilizzare le citazioni scritte del ex premier Renzi e Gentiloni. Un atteggiamento confermato dall'indegno abbandono della sala consiliare, al momento del voto, di alcuni dei suoi consiglieri ed in particolare dell'ex capogruppo Paolo Trande. Un gruppo dissidente della maggioranza, nella maggioranza, che ha esautorato in modo irriguardoso, il luogo principale della rappresentanza della democrazia e dei suoi cittadini. Non solo, ma non esprimendo sgomento e indignazione contro il sostegno, con tanto di firma dei consiglieri di Destra, Giuseppe Pellacani (FI) e Andrea Galli (Con Modena ex FI, Lega Nord, AN), hanno permesso un pericoloso gemellaggio anti-arabo in una città che si è sempre distinta per solidarietà e accoglienza. Un comportamento che avrebbe dovuto essere demonizzato anche dal sindaco, Giancarlo Muzzarelli, totalmente assente al dibattito, sia nei giorni precedenti che durante la seduta stessa.

Per non parlare poi dell'assenza totale e del limite profondo dimostrato dell'operatività dell'opposizione a Sinistra del Pd che si è affidata ai giusti ma deboli interventi, data la gravità della questione, di Memi Campana e Marco Cugusi e non è stata in grado di proporre in alternativa un altro ordine del giorno ricco di argomenti che avrebbero messo in profonda crisi il già traballante PD. Il tempo c'era e non è ammessa nessuna giustificazione in merito.

Ieri a Modena si è aperta una profonda ferita nella città. Un grave errore politico e culturale che ha permesso un indecente riconoscimento a una minoranza sionista che indegnamente occupa posti in consiglio comunale. Luogo in cui si dovrebbero difendere e rilanciare i valori universali, sanciti nella Costituzione, di libertà dall'apartheid e dall'oppressione per tutti i popoli. Ciò che non sta avvenendo da tempo nei territori occupati di Palestina.

*Associazione Alkemia – Modena

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1 Commento


  • Manlio Padovan

    La consigliera Di Padova (meno male che io sono nato in Libia) non ha mai letto alcunché sulla questione palestinese né sullo Stato di Israele; altrimenti sarebbe venuta alla conclusione, come io sono venuto, che la fondazioine dello Stato di Israele in Palestina è stato ed è un crimine contro l'umanità e che non c'è e non cè mai stato un solo motivo razionale che lo giustificasse e che lo giustifichi.

    Tanto è vero ciò che i sionisti, per dimostrare il diritto ad occupare la Palestina, cfr per esempio il sito Informazionecorretta, partono dalla volontà di dio che è come dire dalla più grossa balla che sia mai esistita.

    E la questione perdurando o se risolta con i due Stati sarebbe come legittimare la legge del menga.

    Mi scuso per esser stato un po' lungo; ma è questione che mi fa incazzare e annulla in me la fiducia nella politica.

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