Da lunedi è in Italia Ramon Labanino Salazar, uno dei Cinque patrioti cubani per molti anni prigionieri nelle carceri statunitensi. Ramon ha passato nelle carceri di massima sicurezza Usa ben 16 anni, di cui molti nel “hueco” (il buco) celle piccolissime. L’occasione della sua visita in Italia è un giro di conferenze in diverse città (Napoli, Bologna, Milano, Pisa, Roma) per presentare il volume “Yo Soy Fidel! Il pensiero politico ed economico”, un libro scritto a più mani da diverse personalità cubane e curato da Ramon Labanino e Luciano Vasapollo in collaborazione con la Rete dei Comunisti che ricostruisce l’elaborazione politica e teorica di un gigante della storia come il Comandante Fidel Castro. “Dal punto di vista economico, i suoi contributi per lo sviluppo del Paese e per comprendere il complesso mondo dell’economia internazionale, sono inestimabili” è scritto nella presentazione del volume.
La Rete dei Comunisti si è attivata per organizzare insieme ad altre forze (La Villetta, Fronte Popolare, Nuestra America) momenti di incontro e confronto pubblico con Ramon Labanino ma anche per discutere nel merito il lascito politico e storico di Fidel Castro.
Lunedi sera Ramon Labanino e l’Ambasciata di Cuba sono stati graditissimi ospiti di una cena sociale organizzata dai compagni romani della RdC. E’ stata l’occasione, unica per molti, di conoscere direttamente Ramon Labanino. Un compagno di una solidità impressionante che ha saputo resistere 16 anni nelle peggiori carceri di massima sicurezza Usa, cioè nel “ventre della bestia”, senza mai perdere identità e dignità politica e umana. Si è potuto verificare cosa significhi avere di fronte un “rivoluzionario di professione”.
Oggi Ramon è un ricercatore dell’Anec (l’associazione degli economisti cubani) a conferma della duttilità di quei rivoluzionari che sanno maneggiare la teoria ma anche adeguarsi alle condizioni sul campo, incluse quelle più ostili e proibitive.
Martedi mattina Ramon Labanino ha avuto un incontro ufficiale con il Rettore dell’Università La Sapienza, successivamente è stato ospite di un incontro alla sede nazionale dell’USB (guarda il video dell'incontro) per poi partire per Napoli, prima tappa di un giro che lo porterà a Bologna, Milano, Pisa e poi di nuovo a Roma.
Si tratta di occasioni preziose per comprendere “en vivo” l’esperienza rivoluzionaria di Cuba, del suo gruppo dirigente che ha perso recentemente il Comandante Fidel Castro, ma che dimostra di saper affrontare la nuova fase storica, e degli uomini e donne che questa esperienza l’hanno saputa difendere, mantenere e sviluppare. Se è vero che, come sosteneva Fidel Castro, "la rivoluzione è il senso del momento storico", conoscere e confrontarsi con questi uomini e donne dà il senso profondo dell'importanza dell'internazionalismo dentro l'attuale fase dello lotta di classe nel mondo.
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