Ci siamo. E’ iniziata la lunga settimana che porterà per la prima volta il capo della formazione razzista Lega Nord a parlare in pubblico a Napoli.
Matteo Salvini ha un sogno: governare il paese. Ma per farlo ha messo in soffitta .almeno in pubblico) il razzismo antimeridionale e cerca voti e consensi giù in Terronia. Stanno un po’ dapertutto spuntando manifesti giganti .di quelli che costano tanto ) con il faccione del Matteo lumbard e le perentorie parole d’ordine contro l’immigrazione, l’Europa e l’euro. La sigla Lega Nord non compare e il tutto è mascherato dalla sigla NOI CON SALVINI. Ovvero l’assembramento politico che si prefigge di riunire l’elettorato di destra attorno alla figura di Matteo Salvini; Berlusconi è quasi scomparso, Fini e i suoi ex camerati latitano, Alfano e il suo nuovo centrodestra non convincono neanche i loro familiari e allora per intercettare la rabbia del proletariato al tempo della crisi serve la buona vecchia Lega Nord. La forza razzista e regressista più longeva e spregiudicata. Che, nel corso degli ultimi 20 anni, ha sempre saputo aggiornare e attualizzare le pulsioni razziste più profonde del corpo sociale per giocarle nell’agone politico.
Certo pensare di sfondare a Napoli è davvero dura. Basta annotare le reazioni degli ultimi giorni. Dalla raccolta firme degli intellettuali ed artisti napoletani contro la calata del barbaro leghista alla canzone che gruppi musicali e cantanti partenopei, coadiuvati da Massimiliano Jovine dei 99Posse, stanno appositamente preparando contro Salvini. Insomma sul piano creativo –intellettuale il coro che giunge dalle pendici del Vesuvio è univoco. Napoli non merita gentaglia come i leghisti, che oltre a continuare ad alimentare una insensata guerra tra poveri italiani e migranti, ha per decenni insultato gli stessi italiani del Sud e promosso politiche discriminatorie contro le regioni merdidionali. Se il Sud è più povero e in difficoltà rispetto a un paio di decenni fa, ne ha una gran parte di colpa propria la Lega nord.
Sul piano istituzionale c’è da registrare invece lo scontro tra la Prefettura .in rappresentanza del governo nazionale) e il Comune di Napoli. Quest’ultimo infatti detiene un gran numero di quote della Mostra D’Oltremare, il complesso fieristico dove è ubicato il teatro Mediterraneo che ospiterà il leader razzista, e ha negato l’utilizzo degli spazi fieristici. Il sindaco De Magistris ha rincarato la dose spiegando che non si può utilizzare uno spazio comunale per manifestazioni nazifasciste e che quindi il prefetto, nel rispetto della costituzione antifascista, dovrebbe agire di conseguenza negando il permesso al leader padano.
Figuriamoci. Il prefetto non solo ha sconfessato il sindaco ma ha imposto che la kermesse salviniana fosse proprio presso il teatro di Fuorigrotta. Per il governo nazionale Salvini è un democratico e democraticamente bisogna farlo parlare. Amen
Alla terza municipalità, guidata dal combattivo presidente Ivo Poggiani, invece hanno dichiarato il quartiere territorio “ desalvinizzato” e hanno esposto sul palazzo ospitante gli uffici circoscrizionali un enorme striscione con la faccia di Salvini in un segnale di divieto. Messaggio chiaro e preciso.
Nota di colore invece per il deputato napoletano e coordinatore dei cinquestelle locali Roberto Fico che invece ha invitato gli elettori e militanti grillini a disertare la manifestazione anti Salvini in quanto servirebbe solo a dare pubblicità al nauseabondo Salvini. Solita sfiducia nelle piazze da parte dei rappresentanti pentastellati. Diciamo così…
C’è quindi solo da attendere sabato e vedere cosa succede. Stamattina gli organizzatori .ovvero un arcipelago composto da collettivi, centri sociali e sindacati di base ) ha convocato una conferenza stampa proprio presso i cancelli della Mostra D’Oltremare. A parlare uno studente dei centri sociali a rappresentanza dei giovani meridionali, una sindacalista ucraina per gli stranieri che vivono sul territorio napoletano, una giovane attivista femminista per le donne e un ricercatore a ricordare il biocidio che a tutt’oggi uccide decine e decine di meridionali per l’interramento dei rifiuti tossici da parte della camorra degli scarti di lavorazione industriale delle fabbriche del Nord Italia.
A sabato dunque. Vi terremo però quotidianamente aggiornati. Vedremo se la provocazione di Salvini andrà in porto o se sarà costretto a tornarsene nelle fredde e umide lande padane con un pugno di mosche tra le mani. Lui che in fondo “signore della mosche” lo è sempre stato.
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Manlio Padovan
Scusate l'ardire.
Ma il prefetto non è figura del passato regime? Cosa aspettarsi da uno che vive sopravvivendo al regime fascista?
Redazione Contropiano
Per la precisione: il prefetto è il rappresentante del governo nella provincia, dipendente dal ministero dell’interno. Almeno a far data dal dominio napoleonico, che lo istituì nel 1802.