Oltre duemila manifestanti hanno sfilato nel pomeriggio di ieri, 13 agosto, a San Foca (LE) con le bandiere listate a lutto con rabbia contro l’imposizione di un’altra grande opera che il territorio non vuole e con le lacrime agli occhi per la perdita di Angelica.
Fino a tarda mattinata si era incerti se confermare il corteo a causa dell’incidente avvenuto all’alba in cui ha perso la vita una delle attiviste del movimento No Tap, Angelica Greco, 25 anni. La famiglia di Angelica ha espresso la volontà che il corteo si svolgesse e così è stato. Con una partecipazione importante di cittadini di Melendugno e comuni limitrofi, ma anche di militanti venuti da lontano, il corteo si è mosso in silenzio e con la foto di Angelica in prima fila, lì dove lei sarebbe stata.
Il corteo è stato indetto contro la repressione e la libertà di espressione soprattutto a seguito delle oltre 100 notifiche consegnate nei giorni scorsi, con multe tra 2.500 e 10.000 euro in seguito alle contestazioni, nelle notti del 16 maggio e del 5 luglio, per fermare il trasferimento degli ulivi estirpati dal cantiere di San Basilio verso il sito di stoccaggio.
Tra occhi curiosi e numerosi applausi di villeggianti e turisti ai bordi delle strade e affacciati ai balconi, i manifestanti hanno sfilato dal lungomare di San Foca, snodandosi nelle campagne tra gli ulivi, fino al cantiere della TAP e al vicino presidio No Tap. Nel cantiere, preparato con l’estirpazione degli oltre 200 ulivi, i lavori di escavazione del tunnel per il gasdotto non sono mai cominciati, non sono autorizzati! Infatti, la procedura di assoggettabilità a Via al momento è ancora in corso con scadenza di eventuali osservazioni il 23 settembre.
La Tap (Trans Adriatic Pileline) rientra tra le opere di interesse nazionale, ha inoltre “carattere d’urgenza” e la Snam sta cercando accelerare i tempi per gli espropri, o comunque per l’acquisizione dei terreni. La condotta sottomarina del gasdotto, proveniente dall’Albania, approderà nella bellissima spiaggia di San Basilio a San Foca, comune di Melendugno. L’infrastruttura energetica che porterà appena 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno a una pressione di 145 bar, prevede anche la costruzione di una centrale di depressurizzazione di 12 ettari a ridosso di 4 centri abitati. Da San Foca il metanodotto Snam attraverserà le campagne con ulivi secolari, agrumeti e antiche masserie per oltre 55 chilometri fino a Mesagne (BR) per agganciarsi alla rete di distribuzione nazionale. Il percorso del gasdotto continuerà lungo l’Appennino per altri 850 km e poi proseguirà fino all’Austria. La Tap interesserà quindi numerose regioni e comuni del territorio italiano e l’imponente e smisurato dispiegamento di forze e la repressione messe in atto contro il dissenso della popolazione del territorio non fanno pensare nulla di positivo.
Il corteo No Tap ha ribadito l’inutilità e anzi la dannosità di quest’opera che, oltre al rischio ambientale, all’approdo e al passaggio in zone di interesse naturalistico e paesaggistico, non porterà alcun vantaggio dal punto di vista energetico ed economico. Alla popolazione qui è chiaro ciò che è in ballo e non accetta repressione e intimidazioni di chi vuole intervenire in modo arrogante e deleterio su queste terre. Anche il sindaco di Melendugno, insieme ad altri primi cittadini dei comuni interessati, è intervenuto al corteo. Ha contestato la “militarizzazione” e la repressione ed ha portato anche la solidarietà del sindaco di Mesagne, comune che, come altri, si è espresso con una delibera del consiglio comunale contro Tap.
Se e quando ci sarà l’autorizzazione per i lavori la lotta sarà dura. Questo a San Foca è chiaro e pare che si cominci a lavorare affinché il fronte No Tap si allarghi, si unisca e agisca a livello nazionale.
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