Non fosse bastato il colpo di Sergio Mattarella, ora intervengono direttamente i boss della Commissione Europea a spiegare che non solo “la sovranità” appartiene ormai ai mercati globali, ma anche il diritto di voto individuale deve essere reimpostato integralmente.
A spiegarlo – secondo quanto anticipa su Twitter il giornalista Bernd Thomas Riegert, che ha intervistato il Commissario Ue a Strasburgo per l’emittente Dwnews – è il commissario europeo al Bilancio, non a caso tedesco, Gunther Oettinger: “I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto“. Ossia come dicono loro, altrimenti non vale più…
Nel suo delirio di onnipotenza come portavoce dei “mercati” – con cui intrattiene probabilmente rapporti continui, vista la straripante presenza di lobbisti legali a Bruxelles e Strasburgo – Oettinger si lascia addirittura sfuggire i dettagli di una strategia intenzionale concordata tra Unione Europea e “mercati”: “Lo sviluppo negativo dei mercati porterà gli italiani a non votare più a lungo per i populisti“. E’ bene sapere che in questo termine, a Bruxelles, si identificano sia alcuni partiti di destra, sia o forse soprattutto quelli di sinistra, a cominciare dalla sempre più forte France Insoumise, capace di raggiungere il 10,6% alle elezioni presidenziali ed essere al centro delle mobilitazioni popolari contro Macron che stanno scuotendo la Francia da oltre un mese.
E ancora: «Le regole sono chiarissime: i criteri del nuovo indebitamento e dei debiti complessivi vanno rispettate. Se questo non accade ci saranno colloqui molto seri. Anche il governo greco alla fine si è attenuto ai diritti e ai doveri dell’eurozona». Poi, in serata, nell’orgia di “precisazioni” messa in moto dai vertici europei e dal sistema dei media, ha chiosato con ancora maggiore puntualità: “La mia preoccupazione, la mia speranza, è che nelle prossime settimane l’andamento negativo dei mercati, dei titoli di Stato e dell’economia italiana in generale, possano essere così incisivi da fornire un’indicazione per gli elettori di non votare i partiti populisti di destra e di sinistra.”
In pratica Oettinger spiega che l’attacco della speculazione ai vari paesi segue una logica condivisa dalla Commissione Europea: chi minaccia di non rispettare i diktat (come è avvenuto per la Grecia tre anni fa ed ora con il defunto governo grillin-leghista) deve essere sbranato con attacchi tali da generare il terrore nella popolazione di quel paese. Che in questo modo “imparerà” a obbedire agli ordini, invece di “montarsi la testa” con pretese pericolose come un po’ di welfare, la scuola pubblica e gratuita, un reddito minimo garantito, salari decenti, occupazione non precaria e magari anche un po’ di autodetrminazione nelle scelte fondamentali.
Una entrata a gamba tesa così sguaiata e reazionaria da spaventare i suoi stessi colleghi, fin qui “narratori” della bella favola secondo cui vivremmo in un mondo libero e democratico, visto che fin qui abbiamo almeno potuto votare apparentemente per chi vogliamo (non ci addentreremo ora sulle conseguenze del “marketing politico”).
E’ stato dunque il più conosciuto commissario agli affari economici, il francese ex “socialista” Pierre Moscovici, a cercare di ammorbidire i toni: “Gli italiani hanno bisogno di scegliere il loro destino ed avanzare con le loro regole democratiche verso il destino che si sceglieranno e allo stesso tempo di restare nell’ambito delle regole comuni e nell’euro, che è positivo per tutti noi“.
Tradotto: potete scegliere se essere spolpati fino alla morte, restando sotto i nostri ordini, oppure essere bombardati subito se provate a fare diversamente (qualunque sia la direzione, anche opposta, verso cui scegliete di andare).
I più disorientati, al momento, sono gli esponenti del Pd (ricordate? Il partito di Renzi…), che stavano aprendo la campagna elettorale proprio sul tema ormai non più nascondibile dell’Unione Europea («Siamo consapevoli che siamo gli unici con una chiara posizione europeista. Su queste basi lavoreremo nelle prossime settimane per costruire una larga e credibile coalizione di centrosinistra», concionava ancora ieri Ettore Rosato). Tanto da costringere il “reggente” Martina a far finta di indignarsi: “Nessuno può dire agli italiani come votare. Meno che mai i mercati. Ci vuole rispetto per l’Italia”. Lo spiegasse a Mattarella, che ha messo i mercati davanti a tutto…
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Francisco
Vabbé dai… il “colpo di Mattarella” non si può proprio sentire… tutto condivisibile il resto, ma Mattarella è veramente l’ultima ruota del carro.
De Marco
Compagne/i, prendiamo l’occasione per lasciare un vero dibattito marxista e per spiegare la profonda irrazionalità della finanza speculativa oggi egemonica.
Dunque lo spread tenuto artificialmente basso – nessuno compra più i bond italiani a parte la BCE e Draghi ha iniziato il suo tappering – risale anche per questione di terrorismo politico spinelliano. Bene.
Nel mio « Uscire dall’euro non serve, serve mettere fine alla cosiddetta banca universale » (Download Now, Sezione Livres-Books di http://www.la-commune-paraclet.com ) avevo avvertito contro l’inevitabilità di questa pesante manovra di destabilizzazione – dando l’esempio del governo troppo nazionalista-keynesiano del Labour nella GB nell’immediata dopo-guerra, governo inginocchiati in poco ore dall’attacco speculativo americano.
Ora Eurostop e gli altri devono spiegare cose farebbero per contrastare questa situazione se fossero al governo. Lanciamo un vero dibattito marxista sulla questione anche per fare pedagogia di massa in matteria di finanza internazionale e di finanziamento del debito pubblico. Se non altro perché nella sua ossessione fuori mandato di proteggere i mercati la Presidenza si è messa in un angolo: le uniche alternative possibili ora sono la dichiarazione dello stato di emergenza – speriamo che non si arriverà a questo, malgrado le velleità delle due ambasciate e malgrado quelle costituzionali della JP Morgan and Co – oppure delle elezioni anticipate che rafforzeranno la posizione di quelli che, anche rimanendo nella Eurozona, vorranno rinegoziare i Trattati europei.
Paolo De Marco