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Roma. Aria di sgomberi, ma nessuna seria soluzione per l’emergenza abitativa

Il futuro delle occupazioni abitative nella Capitale è stato al centro di un “tavolo tecnico sulle criticità alloggiative di Roma” tra Regione e Comune. Il tavolo è stato convocato dall’assessorato regionale alle Politiche Abitative e vi hanno preso parte l’assessore regionale Massimiliano Valeriani, gli assessori capitolini alle Politiche Sociali e all’Urbanistica, Laura Baldassarre e Luca Montuori. Solo alcuni funzionari del dipartimento invece a rappresentare l’assessora alle Politiche Abitative Rosalba Castiglione, che nei giorni scorsi è stata parte attiva in un botta e risposta con l’assessore regionale Valeriani.

Sul tavolo la pesante ipoteca di una imminente ripresa degli sgomberi. Su questo spinge il ministro degli Interni Salvini, che recentemente ha incontrato su questo la sindaca Raggi. Salvini infatti punta a modificare – in peggio – la circolare Minniti che, dopo il disastroso e inumano sgombero dell’estate scorsa a Piazza Indipendenza, dava indicazione agli enti locali e alle Prefetture di assicurarsi di avere alternative disponibili prima di procedere con gli sgomberi.

Ma nell’anno trascorso non è stata individuata nessuna soluzione alternativa. Pesa poi la mancata applicazione della delibera regionale sull’emergenza abitativa, stoppata e rimandata al mittente dalla contrarietà del Campidoglio.

Ieri al tavolo tecnico tra Regione e Comune il dialogo è ruotato intorno all’assistenza alloggiativa temporanea con l’obiettivo di dare vita a un coordinamento tra gli enti locali per gestire i possibili nuovi sgomberi.

Il verbale dell’incontro tra Regione e Comune è stato inviato anche alla Prefettura, che ha la responsabilità di rendere operative eventuali operazioni di sgombero. “Il tavolo di lavoro” si legge nella nota congiunta diramata ieri “ha indicato un percorso condiviso per affrontare il tema dell’emergenza abitativa. Regione e Comune hanno concordato la necessità di collaborare per la definizione di possibili soluzioni nel breve e medio periodo, con l’obiettivo di rispondere alle numerose criticità sul tema della casa”.

Il primo passo spetta al Comune che dovrà completare i censimenti dei nuclei familiari residenti negli immobili occupati, dove la quasi totalità dei nuclei familiari è comunque in lista d’attesa per una casa popolare, quindi con redditi bassi.  Si procederà con l’individuazione delle cosiddette ‘fragilità’ anche se la filosofia dominante nel Comune esclude il basso reddito dai fattori di fragilità sociale. Nel frattempo Comune e Regione dovranno trovare gli immobili dove collocare queste famiglie, con l’obiettivo di non arrivare a proposte che prevedano la divisione tra donne e bambini da un lato, padri e mariti dall’altro.

Sul tavolo della Regione c’è ancora la disponibilità di 40 milioni di euro legati alla delibera regionale sull’emergenza abitativa romana tornati però alla Regione dopo il niet del Campidoglio. Per ora si ipotizza di utilizzarli per aumentare la dotazione degli alloggi Ater, non costruendo o requisendo nuovi alloggi ma soprattutto con “operazioni di frazionamento degli appartamenti troppo grandi”.

 

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