Come va la votazione per scegliere lo statuto di Potere al Popolo? Bene, grazie!
Stiamo ai numeri, così poi si può commentare con cognizione di causa.
Al 30 settembre – momento in cui si sono chiuse momentaneamente le adesioni per, appunto, votare statuto, nuovo Coordinamento nazionale e i portavoce – si potevano contare 9090 aderenti. La cifra di 9.500, data nell’immediatezza, non teneva conto di “doppioni” e adesioni incomplete (contributo, documento, ecc).
Come per ogni piattaforma informatica l’adesione andava completata rispondendo a una mail di “invito”, in modo da inserire il proprio “nome attivista” (altrove chiamato anche username, che può essere anche uno pseudonimo), nome vero e una password scelta individualmente.
Una breve procedura al termine della quale l’aderente viene “abilitato” ad operare sulla piattaforma, consultare quel che per ora c’è e anche votare.
Al momento dell’apertura delle votazioni – sabato alle ore 11, con un po’ di ritardo per i soliti problemi da risolvere in una piattaforma che viene di fatto “testata” per la prima volta – gli “abilitati” al voto erano 4.500, la metà esatta degli aderenti in prima battuta.
Stamattina (martedì 9 ottobre), alle 9.30, sono invece quasi 7.000. Per la precisione 6.962. E’ un dato osservabile da tutti gli “abilitati”, non un segreto da hacker…
Dobbiamo perciò constatare che circa 2.500 aderenti si sono abilitati in queste ultime 48 ore, in modo da poter partecipare al voto. Non era scontato, viste le note polemiche degli ultimi giorni, con Rifondazione che ha deciso di non partecipare al voto nella serata di venerdì, a poche ore dall’apertura delle “urne virtuali”.
Di certo molti iscritti a quel partito avranno raccolto quell’invito, molti altri no (e lo scrivono dappertutto, sui vari social). Di certo molti hanno avuto un attacco di stanchezza, di fronte al riproporsi di modi di “far politica” che si vogliono vedere finalmente superati.
Di certo, però, sono molti di più – già ora – quelli che hanno deciso che “indietro non si deve tornare” e quindi hanno scelto di abilitarsi proprio per dare un segnale contrario allo scoramento o al “fermarsi”.
Naturalmente, per la struttura della piattaforma, è al momento impossibile sapere quanti aderenti hanno votato e dunque anche “come” hanno votato.
Possiamo solo prendere atto, e lo facciamo con grande piacere, che la spinta a costruire, estendere, rafforzare Potere al Popolo è più forte dei problemi esistenti.
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Nicola
manco nell’urss di peppe si votava su di una cosa sola…
Redazione Contropiano
Dovresti cercare di informarti… Si sta votando su due statuti, non su “una cosa sola”. In ogni caso è stata una scelta di Rifondazione ritirarsi dal voto (quando era comunque tardi, sul piano tecnico…). Certo, c’è sempre qualcuno che quando sta in difficoltà la butta in caciara, ma questo è un vecchio vizio della sinistra italiana…
nino
La classe dirigente di rifondazione ha ormai introiettato il principio per cui si disfano vecchie, si fa per dire, alleanze e se ne costruiscono di nuove, sol perchè la nuova alleanza sembra avere piu’ appeal elettorale e permette la sopravvivenza della struttura burocratrica del partito.
Ma a che serve non costruire niente e cercare solo di salvare la pellaccia? Questo raccontare in giro che quelli di je so pazzo sono settari, cattivoni ed antidemocratici, lo sanno tutti che è una scusa per sottrarsi all’impegno che tutti si sono assunti di ascoltare i votanti telematici.
Sottraendosi a questo impegno, si cerca di costruire un altro accrocchio come è successo con rivoluzione civile e l’altra europa con tsipras. Esperienze entrate ben presto nel dimenticatoio e che non sono servite a niente.