A Palermo si sta svolgendo la conferenza per la stabilizzazione della Libia, teatro nel 2011 di una guerra avviata dalla Francia, poi portata avanti dalla Nato (Operazione Unified Protector).
Vogliamo ricordare due aspetti beffardi dell’immane tragedia, che oltre ad aver disfatto la Libia, ha sparso cellule terroristiche ben armate in mezza Africa subsahariana, ne ha mandate altre in Siria, ha provocato una crisi migratoria di enormi proporzioni.
Primo. Si sa che storicamente Italia e Francia sono state in competizione per la Sponda Sud el Mediterraneo e le sue risorse. Ebbene…quando si trattò, nel 2011, di decidere se perpetrare o no una guerra di aggressione con pretesti, avviata dalla Francia, l’Italia mise da parte la competizione e partecipò, accordando le basi e accodandosi ai bombardamenti.
Secondo. Nei mesi di guerra alla Libia (marzo-ottobre 2011) si susseguirono in Italia e in generale in Occidente molte manifestazioni… ma non sulla guerra! L’unica a livello nazionale fu a Napoli il 15 aprile, poche migliaia di persone. Per il resto, perfino il 15 ottobre, in pieno assedio a Sirte, a Roma una piazza San Giovanni piena del movimento degli “indignati”, ignorò completamente la guerra alla Libia; ricordata solo da tre cartelli tapini, uno dei quali appunto recitava: “Sette mesi di bombe Nato: silenzio degli “indignati”.
E tuttora se leggiamo l’appello di diversi movimenti alla mobilitazione in occasione del vertice a Palermo, constatiamo che della guerra del 2011 non si fa parola. Lo slogan finale – Per una vera pace per la cooperazione fra i popoli, per la libera circolazione degli esseri umani nel Mediterraneo e altrove) è condivisibile, ma si svuota di significato se si ignorano le vere cause degli effetti che vediamo.
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saalvatore drago
Ricordo quei giorni che precedettero l’aggressione alla Repubblica Libica. Ricordo la manifestazione che, come Cagliari Social Forum, USB organizzammo a Cagliari. Eravamo un centinaio di persone, ignorati dalla stampa naturalmente ma, e questo ha fatto più male, da tanti compagni che, in quei giorni avevano altro cui pensare. Ricordo qualche sorrisino di scherno, e qualche commento tipo “voi volete difendere un dittatore”. Commenti simili che sento ancora oggi quando difendo la Siria e i suoi legittimi rappresentanti. E domani assisteremo, forse, ad una nuova conferenza sulla Siria o per meglio dire, per la spartizione del bottino Siria, così come oggi ci tocca assistere per la Libia. I piromani che diventano pompieri. E’ la storia! La storia che viene scritta in mancanza di un attore: Mancanza di classe. Mancanza di senso di internazionalismo.