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Contrordine, prefetti! Il “decreto sicurezza” è praticamente un disastro

Quando un’idea è stupida, la realtà si incarica immediatamente di dimostrartelo. E siccome la realtà è anche crudele, spesso costringe lo stupido a fare retromarcia.

Sta accadendo con il “decreto sicurezza”, soprattutto per la parte che più era stata strombazzata – dal ministro dell’interno e dalla Lega – come quella più significativa: la cacciata dei migranti dai centri di accoglienza di ogni ordine e grado.

In queste ore i prefetti – per chi non lo sapesse sono i “rappresentanti del governo” in ogni provincia, e dipendono dal Viminale – stanno ricevendo una “circolare” firmata dal capo di gabinetto di Salvini, il prefetto Matteo Piantedosi, che “spiega” come vada interpretata e applicata la legge voluta dal ministro. In pratica, un “libretto di istruzioni” che invita i prefetti a non esagerare negli sgomberi o nelle espulsioni dai centri, perché la situazione rischia di diventare ingestibile.

A partire da una “raccomandazione” che la dice lunga sul livello di conoscenza del codice penale da parte delle forze dell’ordine (anche ai massimi gradi): il decreto Salvini non si applica in maniera retroattiva.

Dovrebbe essere l’abc, per gli “uomini della legge”, ma è sempre necessario ricordarglielo… In pratica, se un immigrato ha ricevuto una qualche forma di protezione legale da parte di un’autorità di questo paese, nessun prefetto può togliergliela (a meno di condanne penali, ecc, come previsto in altre parti dell’orrido “decreto”). E questo principio vale anche i titolari di una protezione “per motivi umanitari”, una delle forme di tutela cancellato da Salvini. Chi l’ha ottenuto, insomma, non può essere essere mandato via dai centri di accoglienza almeno fino al termine del suo permesso.

La cosa preoccupante, ripetiamo, è che debba essere “spiegato” ai tutori della legge…

Stesso discorso per i migranti attualmente presenti nei centri Sprar. Anche se effettivamente il decreto sicurezza ne permetterebbe la cacciata, meglio aspettare “fino alla scadenza del progetto in corso”. Quando quelle strutture non riceveranno più i fondi – tagliati sempre dallo stesso decreto – allora potranno, e dovranno, per mancanza di soldi, essere buttati in mezzo alla strada. Per essere più chiari ancora, con gente che evidentemente ha bisogno di ordini espliciti, la circolare precisa che di fatto deve essere applicata “l’assoluta, sostanziale invarianza delle regole di accoglienza delle persone già ospiti in tali strutture”.

Ma non pensate che Salvini sia stato folgorato dagli inviti a moderarsi (il Papa ne fa in pratica uno al giorno…). In fondo, nelle stesse ore, Lega presenta un emendamento alla manovra che restringe i fondi per i Comuni che accolgono minori stranieri: potranno chiedere contributi al Fondo nazionale solo “nei limiti delle spese già sostenute a legislazione vigente”. Non un euro in più, insomma, neanche per i bambini.

Ma se non è diventato “più buono” perché Salvini cerca di frenare i prefetti più invasati? Per una ragione molto pratica: la massa di migranti cacciati dai centri o dalle residenze di fortuna (come l’ex Penicillina a Roma), non potendo essere rimpatriati né in pochi né in molto giorni, finiscono effettivamente per strada. Dormendo dove capita, guadagnandosi da mangiare in mille modi diversi (dal lavoro nero alla prostituzione, dal piccolo spaccio al “commercio volante”). E dunque diventando molto più visibili e perciò “preoccupanti” agli occhi di una popolazione che crede alle fandonie del leghista travestito da poliziotto.

Insomma: più migranti nelle strade – soprattutto se neri, che si notano di più – stanno a dimostrare che le soluzioni “alla Salvini” sono delle stupidaggini colossali; buone per rastrellare voti e crescita nei sondaggi, non per affrontare davvero un fenomeno epocale.

Dunque, prima che anche l’elettorato meno “avvertito” si accorga di aver dato credito a un contafrottole pericoloso, è meglio “frenare” i zelanti esecutori di ordini idioti.

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