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Logistica. A Piacenza i fascisti stanno con i padroni e contro i lavoratori

Non c’era bisogno di conferme, ma ancora una volta le organizzazioni fasciste rivelano il loro posizionamento quando gli interessi dei lavoratori e quelli dei padroni vanno in conflitto. Questa volta non occorre tornare indietro nella storia del nostro paese ma verificarlo nell’attualità.

Questa volta a fare da spartiacque è il durissimo conflitto sindacale nel settore della logistica nel poligono industriale di Piacenza.

Alla Tnt e alla Gls fioccano Daspo e licenziamenti punitivi contro i lavoratori e un deputato di Fratelli d’Italia, il partito neofascista della Meloni, entra in campo schierandosi con gli interessi degli imprenditori “ostacolati” dai conflitti sindacali e invocando la repressione. “Da mesi denuncio gli atti di violenza che stanno inducendo diverse attività della logistica piacentina a ridimensionarsi oppure a chiudere” afferma Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, che ha rivolto una interrogazione parlamentare ai ministri dell’Interno e del Lavoro Salvini e Di Maio. “L’impossibilità di ottenere il rispetto dei più elementari principi contrattuali – scrive Foti – è fonte di pesanti perdite per le aziende del settore. Occorre scongiurare con ogni mezzo la fuga della logistica da Piacenza, ed il relativo disastro che ne conseguirebbe per l’economia del nostro territorio”.

Il linguaggio sembra quello degli uomini di paglia dei padroni delle ferriere dell’Ottocento: ”Se un’azienda del calibro di Gls – sottolinea Foti – si appresta a chiudere i battenti, non vi sarebbe da sorprendersi se altri decidessero di seguirne le orme. E’ infatti del tutto intollerabile che il susseguirsi degli scioperi, l’assenteismo cronico, nonché le continue risse tra lavorati di sigle sindacali tra loro avversarie, rendano impossibile la normale organizzazione del lavoro”.

E poi arriva alle conclusioni indicando i sindacalisti agli apparati repressivi e invitando questi ultimi ad agire: “Non è accettabile che pochi facinorosi facenti capo a Si Cobas e Usb possano minare uno dei settori più importanti del nostro territorio. Un ritorno alla legalità non è altrimenti rimandabile. Serve un deciso intervento da parte delle Forze dell’Ordine, il Ministero dell’Interno valuti quindi di disporre l’invio di personale aggiuntivo da destinare a Piacenza. Quanto al Ministero dello Sviluppo Economico – è l’invito del parlamentare piacentino – faccia quanto in suo potere per scongiurare la chiusura dello stabilimento di GLS, eventualità le cui conseguenze sarebbero incalcolabili”.

Un fascista non poteva che collocarsi sul lato padronale della barricata, altro che populismo. Eppure non è il primo. Qualche mese fa, a novembre, i fascisti di Casa Pound erano intervenuti contro le lotte dei braccianti a Castelnuovo Scrivia (Alessandria) spalleggiando i padroni delle aziende Angeleri nel conflitto sindacale con i braccianti sostenendo, secondo il più classico corporativismo fascista che “l’obiettivo degli scioperi deve essere quello di trovare una soluzione idonea al mantenimento lavorativo della azienda, senza ostacolarne il lavoro”.

Oggi a Milano ci sara un’assemblea nazionale dei lavoratori della logistica organizzata dalla Usb per discutere come rispondere a questa offensiva repressiva dei padroni, della magistratura ed ora anche dei fascisti.

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