41 anni dalla tua morte. 41 anni senza dimenticarti, Ciao Roberto, sono passati 41 anni da quella terribile notte in cui ci spararono addosso, la Piazza era quella di tutte le sera, facce conosciute, qualche moto, macchine con un pò di musica, qualcuno beveva, altri fumavano si stava la in tanti capannelli in una Piazza Don Bosco piena di giovani.
Per noi tutti un luogo di contropotere e poi quella sera lo Stabile di via Calpurnio Fiamma era chiuso, Partirono da Acca Laurentia, Fioravanti e la sua banda volevano vendicare i loro morti, arrivarono in macchina e aprirono il fuoco e ti uccisero, Fioravanti per sfregio salì sul tuo corpo a cavalcioni – tu ferito – per spararti ed ucciderti, nel fuggi fuggi generale…
Tuo fratello Nicola fu ferito, noi ci rifugiammo dove si poteva dietro le colonne e dentro un portone….
Sono passati appena già 41 anni a me sembra ieri, ho la stessa rabbia e lo stesso sangue negli occhi ancora vivo e forte e mi dà il coraggio quel ricordo indelebile dell’odore della polvere da sparo e il sangue che macchiava la piazza, dove abbiamo piantato un albero d’ulivo, come dimenticare le urla dei compagni e delle compagne, da allora giurammo di non arrenderci, di non farci più trovare morti.
A molti di noi pischelli giovani e già militanti tracciò la strada che ancora oggi percorriamo: della militanza comunista rivoluzionaria e non dimentichiamo ne te ne ne tua sorella Valeria del nostro collettivo, morta sulla strada di Voghera per andare a manifestare contro il carcere speciale.
E neppure dimentichiamo Nicola, tuo fratello morto anni dopo per il dolore di tutto ciò che aveva visto…
Non chiudemmo occhio quella notte. Non c’erano i telefonini, ma il tam tam proletario e la mattina dalle scuole e dai quartieri proletari ci organizzammo e smentimmo subito la versione infame della polizia e dei giornalisti su un regolamento di conti.
Ci fu subito la prima risposta la mattina seguente, arrivando in corteo da ogni scuola della zona sud. Non so ancora come sia stato possibile, tenemmo la Piazza come solo noi della zona Sud sapevamo tenerla, anche se successe di tutto.
Noi partimmo dal Vallauri inquadrati e ferrati, pronti a tutto E DI TUTTO ABBIAMO FATTO. Non provarono nemmeno a fermarci sapevano ciò che avremmo messo in campo e lo facemmo.
Ogni anno la rabbia e la lotta si liberava per le strade del quartiere senza avere nessuna paura del carcere e della repressione, che comunque colpì molti di noi (ma questa è un’altra storia).
Noi avevamo ragione…. tutto il resto è noia.
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