Quando si dice che un governante è responsabile della cultura di un paese… Questa notizia, diffusa dall’agenzia di stampa Dire, ne è la prova provata.
“Parlare alla pancia della gente”, alla lunga, significa in effetti far venir fuori il contenuto dell’intestino, che non ha mai un buon aspetto e tanto meno un buon odore.
Perché? La ragione è in fondo semplice. Sentire tutti i giorni – in televisione, per radio, sui giornali, ecc – politici ed opinionisti vomitare frasi e definizioni “prese dalla strada” è performativo. Ossia “forma l’opinione pubblica”. Convince un certo tipo di pubblico che si possono pensare e dire certe cose di cui, fino a quel momento, ci si doveva vergognare.
E’ un meccanismo che i social hanno reso familiare, moltiplicando – nella solitudine della tastiera – gli incentivi ad alzare i toni, rilanciare continuamente, trovare un epiteto più duro e insultante, un crucifige più efferato.
Proprio sui social Salvini – o meglio “La Bestia”, il network infame messo in piedi per supportarlo – ha costruito la sua recente popolarità.
E proprio sulla dinamica dei social sta rischiando di inciampare.
La vicenda dei ragazzini “eroi” sul pullman a Milano, casualmente figli di immigrati e ancora privi della cittadinanza italiana nonostante siano nati qui, sta diventando la classica buccia di banana su cui scivola il tronfio monarca della comunicazione buzzurra.
Prima il “no” fermo e assoluto alla richiesta di avere la cittadinanza, con addirittura una sorta di “comma 22” (“Se Rami vuole la cittadinanza italiana si candidi in parlamento e cambi la legge se la gente lo vota“, 20/03/2019, sorvolando sul fatto che, per candidarsi, bisogna già avere la cittadinanza). Poi la retromarcia innestata in base ai sondaggi, condita con la solita dose di piacionismo eccessivo (“Sì alla cittadinanza a Rami, è come se fosse mio figlio” (26/03/2019).
Inutile star qui a discettare se la “conversione” sia avvenuta motu proprio o su suggerimento altrui (Di Maio si dice convinto di averlo convinto). Sappiamo per esperienza che in politica, e soprattutto se si sta in coalizione con forze diverse, bisogna piuttosto spesso arrivare a qualche compromesso. E in fondo il concedere la cittadinanza a un paio di ragazzini che sognano di fare il carabiniere (cos tocca sentire, signora mia…) deve essergli sembrato un compromesso davvero innocuo, quasi gratuito.
Mal gliene incolse. Il suo “pubblico più affezionato” – abituato da anni a credere, condividere e combattere ogni sua intemerata anti-immigrati oltre che le sparate pro-sparatorie o i “buttate la chiave” per ogni arrestato – non l’ha presa per niente bene. Anzi: ha messo in moto, in automatico, l’escalation insultante che si sente ormai in diritto di indirizzare contro chiunque.
Godetevi notizia e screenshot, per cinque minuti di autentica comicità liberatoria…
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Doveva accadere: Matteo Salvini contestato per essere stato, proprio lui, troppo di sinistra. A scatenare il popolo del web, il caso di Ramy Shehata il tredicenne di Crema protagonista del salvataggio dello scuolabus a San Donato. Prima contrario, poi prudente, ora Salvini decide di concedere la cittadinanza italiana.
Ma a che prezzo? Sui social i fan fino a ieri osannanti, ammettono di essere disorientati. Di più: interpellano il loro ‘capitano’ con modi anche bruschi. Arrivano ad accusarlo di aver fatto come la sinistra, la famigerata ‘sinistra buonista‘.
Francesca Conti non ha dubbi: “Ho sentito parlare il ragazzino, mi spiace, ma ho sentito un’arroganza e una pretesa, in un modo che non mi è piaciuto per niente”.
Maria Luisa Tibasco si chiede: “Se hanno già tutti i diritti, qual è lo scopo dalla cittadinanza?”
Ma non sono solo gli italiani a non capire. C’e’ anche chi, come Maria Jose Toscano, immigrata in Italia da 13 anni, dissente con fermezza. “Io non capisco perché tutta questa storia della cittadinanza a quel ragazzino del pullman. Se non ho capito male è nato qui in Italia, fra un po’ potrà chiederla senza problemi… Io sono 13 anni che sono in Italia. Mia figlia di 12 anni è nata a Milano, ho sempre avuto il permesso di soggiorno. Mi sono sposata con un italiano, abbiamo due figli insieme e dopo 5 anni di matrimonio ancora non ho chiesto la cittadinanza perché sento che non mi serva un granché visto che ho una carta di soggiorno e già con quella se voglio viaggiare in Europa posso farlo. Anch’io non vorrei che la cittadinanza del mio paese venga data a chiunque”.
Tra i commenti c’è chi sceglie di farlo con una foto. Ecco comparire il primo piano di Salvini che fa il pollice verso. Segnale inequivocabile di contrarietà.
Vittorio Assoluti non si dà pace: “Ministro ha appena dato la cittadinanza al ragazzino dell’autobus di San Donato? Spero di no! La cittadinanza non è un premio della lotteria! Il ragazzino, poi, non è l’unico eroe di quell’atto terroristico, anche se è di sicuro il più arrogante”.
Rita Scopece ne fa una questione di riconoscenza. “Io non ho mai chiesto nessuna ricompensa per aver aiutato il prossimo ..e tu Matteo Salvini hai sbagliato a dare la cittadinanza a quel presuntuoso mocciosetto“.
Molti ricordano al ministro dell’Interno gli sbarchi, che a Lampedusa, avvertono, avvengono ancora. Altri ne fanno una questione di principio, seppure intesa in una chiave fortemente nazionalista.
Così Silvia Sissi Gilli: “Hai esaltato e dato la cittadinanza italiana al ragazzino di 13 anni Ramy ed hai ignorato Nicolò e Riccardo ugualmente eroi. Non va bene, non va affatto bene. Non sapevo dove scriverlo“, verga nero su bianco sulla bacheca facebook di Salvini.
Il ministro posta i dati sulle domande d’asilo. Meno 61 per cento. Respinte il 77 per cento. Solo il 2 per cento di permessi umanitari accordati. Ma anche questo non basta. Il popolo del web chiede di più.
Tommaso Menghini si domanda: “Io vedo le nostre città sempre più piene di extracomunitari, quando si inizia con le espulsioni? Mai?”.
Stefania Balbinot vede nero, in ogni senso: “E gli sbarchi continuano! Ormai possiamo dire che non si chiama più Italia ma Africa. Se avessi avuto la possibilità me ne sarei già andata dall’Italia, sempre peggio”.
Il fuoco di fila di contestazioni è così intenso che accade l’impensabile. Salvini viene difeso dalle accuse di buonismo. Lo fa ad esempio Sofia Rossi: “Criticate Salvini per qualche decina di persona sbarcata autonomamente senza l’ausilio di Ong. Ditemi come li fermate, meritate un governo Pd con ministro dell’interno Minniti che nel Luglio 2017 in un solo weekend ne ha fatti sbarcare 12.000, dodicimila. Siete di memoria labile e profondamente ingrati, è attaccato e insultato da tutti ma chi glielo fa fare”, si chiede Sofia.
Ingrato, il popolo del web non si ferma nemmeno dopo la sua tirata. “Non basta! Troppi criminali scorrazzano per le nostre città, patrie galere o centri di detenzione in attesa di espulsione”, tuona Carmine Armenti.
E viene nuovamente tirato in ballo Ramy. Così Franco Manzi: “Ministro- dice- sei una delusione per i cittadini italiani non si capisce perché si debba regalare la cittadinanza ad un ragazzo straniero che non fatto nulla da solo, è perché invece non si parla degli altri ragazzi italiani? Da oggi c’è una nuova regola: ogni immigrato che fa un’azione benevola avrà come riconoscimento la cittadinanza italiana. Invece agli italiani ‘cenere e carbone’. Non si regala la cittadinanza ma va acquisita con un percorso di integrazione di almeno dieci anni”.
Commento coronato da cinquantasette tra like e cuoricini. Edy Vanazzi va oltre il consentito. Accusa Salvini di essersi fatto influenzare dalla sinistra. Quella buonista dei porti aperti a tutti. “Intanto però- mette in chiaro- hai ceduto sulla cittadinanza al ragazzino del bus. La strumentalizzazione attuata dalla sinistra ha sortito i suoi effetti. Nulla contro il ragazzino che è stato bravissimo ma lui come altri suoi compagni. Adesso ai ragazzini italiani come lui che hanno fatto gesti eroici che si fa? Li facciamo senatori a vita? Assurdo”.
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