Lo scorso 23 maggio, nel pieno della campagna elettorale per le elezioni europee, Genova aveva visto riaffermato il suo animo antifascista in occasione del comizio di chiusura della campagna elettorale organizzato in città da Casapound. Oggi, per quella giornata, sono arrivate oltre 50 denunce.
Quella giornata di antifascismo militante arrivava al culmine di una settimana di lotte e mobilitazioni per la città, dagli scioperi e le lotte dei portuali che avevano cacciato dal porto la “nave della morte” saudita il lunedì, alla mobilitazione per l’ambiente del venerdì. Settimana che aveva dato forza e stimolo ai compagni che quella giornata si sono radunati per cacciare la feccia fascista dalla loro città, per ribadire una volta di più che non c’è spazio nei nostri quartieri per chi fomenta la guerra tra poveri, per chi fa della violenza sui più deboli la propria propaganda politica.
Ed è stata una giornata vittoriosa: un “cuneo” di compagni, con il sostegno delle centinaia di antifascisti in presidio, gioca d’anticipo e penetra le gabbie messe dalla polizia in difesa del comizio dei fascisti. Un cuneo che dimostra grande determinazione e capacità di tenuta riuscendo a reggere lo scontro di piazza e di fatto mettendo in fuga i pochi fascisti che avevano raggiunto la piazza del comizio.
Ed è qui che la violenza repressiva poliziesca inizia a far sentire tutta la sua forza contro i manifestanti, colpevoli di aver alzato la testa contro la presenza dei fascisti. C’è il famoso episodio del pestaggio da parte della polizia nei confronti di un giornalista e le cariche contro chi cercava di fermare la violenza poliziesca.
Una dinamica che vediamo di continuo contro le piazze antifasciste; l’abbiamo visto nello stesso periodo a Bologna a difesa del comizio di Forza Nuova quando il corteo antifascista è stato pesantemente caricato e l’abbiamo visto anche pochi giorni fa in università a Torino dove gli studenti che si opponevano al FUAN sono stati caricati diverse volte e tre antifascisti sono stati arrestati e rimasti in carcere per diversi giorni.
Come sempre la polizia venga schierata in forze a difesa di gruppetti di fascisti che, nel pieno interesse delle classi dominanti, devono essere lasciati liberi di agire e di crescere. Non ci sorprende, nella storia i fascisti sono sempre stati al servizio delle classi dominanti nella guerra contro gli sfruttati: che ci fosse da stroncare le organizzazioni proletarie, da mettere le bombe per creare il terrore, oggi tutto ciò non è più necessario poiché i padroni hanno trovato armi ben migliori per neutralizzare il conflitto di classe: dalle organizzazioni sindacati complici, fino alle vittorie controrivoluzionarie di carattere ideologiche. Ma questo non significa che non possano comunque tornare utili anche solo come fomentatori della guerra tra poveri.
Per i nostri nemici l’antifascismo deve essere una parola vuota di significato, una bandierina da poter sventolare all’occorrenza sotto cui poter ricompattare il “popolo della sinistra” contro un nemico costruito ad arte dall’informazione di regime.
L’abbiamo visto tante volte di recente: già durante le elezioni europee il finto scontro fra europeisti buoni e sovranisti cattivi, nelle recenti elezioni in emilia-romagna dove tutta la sinistra si è unita sotto la bandiera dell’antifascismo contro la “marea nera” della Lega. Ma queste costruzioni si sgretolano subito quando andiamo a vedere i reali contenuti proposti dai due schieramenti, due esempi su tutti: i pacchetti Minniti del PD che hanno aperto la strada ai decreti Salvini sul piano della repressione interna e gli accordi, sempre a firma PD, con la Libia per il controllo dell’immigrazione che hanno permesso la costruzione dei lager libici.
Per noi l’antifascismo non è questo, ma un valore fondamentale.
L’antifascismo dev’essere militante perché ci permette di smascherare il nemico, ci permette di dire che il fascismo oggi ha diverse facce. Quella più “cattiva” ben rappresentata dai topi di fogna di Casapound e Forza Nuova. Ma anche quella in doppiopetto del progetto neoliberista europeo: quello che con l’austerità affama le classi popolari dei suoi Stati, che ruba qualsiasi prospettiva di un futuro a noi giovani, che appoggia i nazisti in Donbass e i golpe in America latina, che appoggia lo stato israeliano nel genocidio dei palestinesi.
L’antifascismo è una pratica militante da mettere in campo ogni giorno, dai quartieri ai luoghi della formazione ai posti di lavoro. La repressione del nemico non ci fermerà, ci farà solo perdere tempo. I compagni di Genova devono affrontare denunce anche pesanti, ma sapendo di essere dal lato giusto della storia e sapendo di avere alle spalle la solidarietà e l’appoggio di tutti e tutte.
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