La Giunta regionale lombarda ha dimostrato, durante tutta la fase di crisi dovuta all’epidemia Covid-19 la sua totale incapacità di gestione sanitaria e politica.
La tanto esaltata “eccellenza” lombarda ha dimostrato il suo totale fallimento che purtroppo è attestato da oltre 10.000 morti sul territorio della regione.
Dalla prima decisione di non voler istituire le zone rosse nella bergamasca e nel bresciano, nonostante nel basso lodigiano e più precisamente a Codogno e zone limitrofe fosse stata istituita dalle amministrazioni locali, sino alla strage di anziani nelle case di riposo provocata dalla decisione di inviare dei pazienti positivi al Covid 19 nelle case di riposo, per giungere alla farsesca operazione pubblicitaria del nuovo ospedale alla Fiera di Milano, la giunta ha dimostrato incompetenza e irresponsabilità. Si tratta di una giunta il cui operato ha aggravato le conseguenze della pandemia lasciando i cittadini disarmati di fronte al pericolo.
Il sistema sanitario lombardo è stato per anni indebolito dai continui trasferimenti di competenze e denaro a strutture private che si sono interessate solo di massimizzare i propri guadagni e speculare sui finanziamenti pubblici. Tale politica ha praticamente dismesso le strutture di assistenza territoriale come ad esempio, i Pronto Soccorso soprattutto nella vasta provincia lombarda, e di prevenzione, la cui mancanza è particolarmente avvertita in questo difficile momento di pandemia.
In tale quadro di abbandono del territorio i medici di base si sono trovati soli a dover fronteggiare la pandemia, senza supporti né indicazioni operative pagando un alto tributo di vittime che avrebbe certamente potuto essere evitato.
E’ questo il contesto in cui l’emergenza si è manifestata chiamandola impropriamente e non compiutamente sanitaria quando invece è stata e lo è tuttora, ospedaliera.
La giunta ha anche dimostrato disprezzo per il personale ospedaliero mandato allo sbaraglio senza nemmeno le protezioni più elementari, in strutture ospedaliere stremate che si sono trasformate rapidamente in focolai di contagio piuttosto che luoghi sicuri.
Emblematico a questo proposito il caso dell’ospedale di Alzano Lombardo, di cui la Regione ha intimato la riapertura, senza alcun provvedimento di sanificazione, quando si erano già verificati casi di contagio al suo interno.
Purtroppo il personale medico e infermieristico degli ospedali ha pagato tutto questo con la perdita di numerose vite.
Il disprezzo per gli operatori della sanità si è peraltro esteso a tutte le altre categorie di lavoratori poiché si sono volute tenere forzatamente aperte attività produttive senza alcuna misura di sicurezza. Non a caso, proprio le zone dove questo si è verificato con maggiore rilevanza (le provincie di Bergamo, Brescia, Lodi e Milano) sono state quelle più falcidiate dal Covid-19.
Sappiamo che il comportamento della giunta Fontana è già al vaglio della magistratura che si sta muovendo sia di propria iniziativa che in forza delle denunce presentate da famiglie che hanno perso i propri cari e chiedono giustizia. Tra queste, per esempio, le famiglie degli oltre cento deceduti del Pio Albergo Trivulzio di Milano.
Nella speranza ma non nell’illusione che tali famiglie ottengano risposta alla loro legittima indignazione, crediamo che la condanna della giunta Fontana debba essere soprattutto politica e non solo giudiziaria.
Per questa ragione, di fronte a una situazione pesantemente degenerata che ha provocato enormi perdite di vite umane e un danno ancora incalcolabile alla vita dei cittadini chiediamo l’immediata revoca dei poteri alla giunta Fontana e il commissariamento della Regione Lombardia.
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Luigi
Non ho parole difronte alla totale incapacità e al menefreghismo di queste persone.
Nina
Concordo. Già i due scandali del Poi Albergo Trivulzio e il nuovo ospedale , costato 21 milioni di € dovrebbero bastare per far cadere delle teste, in modo figurativo (Vogliamo sperare di non essere giunti a un regime totalitariano)