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Formazione e lotta per l’egemonia. Ripartiamo da Gramsci

Sabato 23 maggio, alle ore 17:30, in diretta dalla pagina facebook di Contropiano.org e da tutte quelle della Rete dei Comunisti. Qui l’evento facebook.

Formazione e lotta per l’egemonia. Ripartiamo da Gramsci

Il mondo della scuola, a livello globale, è sotto attacco da più di un trentennio. Le riforme che negli ultimi 30-40 anni si sono susseguite sono state pensate da organismi internazionali (OCSE, FMI, Banca Mondiale) insieme ad associazioni del mondo imprenditoriale.

Il loro motto è stato e continua ad essere: avvicinare la scuola alla realtà pratica della vita quotidiana, ossia al mercato e all’esigenza di impresa. La scuola è di fatto un’agenzia pubblica diretta dagli interessi dell’impresa.

Tutto ciò si è articolato in una trasformazione “molecolare” (per dirla con Gramsci) della scuola e della formazione in generale: aziendalizzazione, autonomia e competizione di scuole e università, primato della valutazione quantitativa nazionale e internazionale (INVALSI e prove PISA), svalutazione di qualunque pensiero pedagogico e assunzione come metro di misura delle competenze.

Anche lo stesso diritto allo studio ha una declinazione neoliberista, inteso solo come nuda possibilità da fornire agli individui di avere un’adeguata formazione per il mercato.

A ciò si è accompagnato un costante attacco alla scuola pubblica, il suo definanziamento, la svalorizzazione dei saperi e delle loro modalità di elaborazione, una mutilazione dell’onnilateralità del concetto stesso di essere umano (Marx), ridotto solo a una variabile dipendente del mercato del lavoro.

È attraverso questo processo di lenta e costante trasformazione sia del concetto di formazione che della stessa praxis educativa che si è imposta l’egemonia neoliberista sia nella scuola e nell’università, ma più in profondo nel modo di concepire la società, le sue finalità e il ruolo dei singoli. La lotta contro questo modello di scuola e di formazione in generale è una lotta per l’egemonia tout court.

A partire da Gramsci, proviamo a iniziare un ragionamento complessivo per la trasformazione della scuola, inquadrandola all’interno del più grande processo di trasformazione sociale che porti al di fuori dell’ordine capitalistico.

Proviamo a farlo, così come si è fatto e si continua a fare da decenni in America Latina (soprattutto in Paesi come Cuba e Venezuela), partendo da Gramsci, dalle sue categorie e dai suoi strumenti di analisi.

Se, come crediamo, è vero che l’attuale modello economico-sociale vive una crisi sia in termini economici ma anche in termini di civiltà, allora ci pare che sia necessario calibrare il nostro sguardo e la nostra azione al livello dello scenario complessivo che oggi si presenta.

Volere una scuola e una formazione dell’essere umano diversa oggi più che mai significa volere un ordine sociale differente.

Ne parliamo con Antonio Allegra, Lucia Donat Cattin, Michelangelo Caponetto, Simone Bruscolotti, compagni della Rete dei Comunisti che sono tutti insegnanti e impegnati sia nella lotta sindacale che in quella politica.

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