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Il governo dei padroni semplificato

Se il solo sviluppo possibile del paese è affidarsi alle imprese private e alle grandi opere. Se il solo modo nel quale imprese e affari possano svilupparsi è se liberati dai controlli e dalle leggi. Se il solo modo per creare posti di lavoro è che chi assume possa licenziare quando vuole.

Se il reddito di cittadinanza, la cassa integrazione, l’abbassamento dell’età pensionabile sono solo assistenzialismo e privilegi, che sottraggono soldi allo sviluppo. Se mettere la salute delle persone e l’ambiente prima degli affari è ideologia che ferma l’economia. Se il solo modo di avere istruzione è finanziare la scuola privata.

Se il solo modo di sostenere la spesa pubblica è farsi prestare soldi dalla UE in cambio di riforme liberiste. Se è impossibile tassare i ricchi e la ricchezza, perché scapperebbero all’estero e però bisognerebbe comunque ridurre le tasse.

Se tutti questi presupposti fossero veri, allora avrebbero ragione Salvini e Meloni a dire che il decreto semplificazioni, quello rilancio, la politica economica del governo sono insufficienti. Avrebbero ragione Bonomi e confindustrie varie a a sostenere che il governo non ha coraggio.

Se i se sui quali si sono affermati quasi quarant’anni di politiche economiche e sociali liberiste fossero ancora validi, nonostante il loro clamoroso fallimento in Italia e nel mondo, allora avrebbero ragione le destre politiche ed economiche a pretendere molto di più dal governo.

Se invece, proprio per il fallimento delle politiche liberiste che il Covid ha accelerato ed ingigantito, fosse necessario seguire politiche opposte ad esse, fondate sul pubblico, sull’eguaglianza sociale e la redistribuzione della ricchezza, sul risanamento dell’ambiente e sulla qualità della vita. Se fosse necessario mandare in soffitta il mantra impresa, privato, mercato che ci ha portato al disastro attuale, allora i padroni e la destra reazionaria avrebbero solo torto marcio ed il governo dovrebbe smetterla di inseguirli nelle loro follie.

Invece Conte, Di Maio, Zingaretti, Fratoianni – lasciamo perdere Renzi che della destra reazionaria è parte organica – fanno solo una politica di destra un poco frenata e un poco più ipocrita. Fanno provvedimenti che aumentano la libertà d’impresa ai danni dei diritti del lavoro e dell’ambiente, ma non nella dimensione che che padroni e destra vorrebbero. Come quando chiudono i porti ai migranti, poi li aprono poi li richiudono vergognandosi di entrambe le scelte.

Così la destra vera ha buon gioco a dimostrare che la “sinistra finta” è incapace di fare le politiche di destra che sarebbero necessarie. È il governo che fa campagna elettorale per Salvini e Meloni, mentre copia Berlusconi.

Fino a che il campo della politica sarà occupato da due facce dello stesso liberismo, il solo governo stabile sarà quello dei padroni, più o meno semplificato, quale che sia la coalizione che detenga la presidenza del consiglio.

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