Dall’inizio dell’emergenza covid-19 ci siamo mobilitati, con la campagna blocco affitto e utenze e i coordinamenti in difesa del diritto allo studio, per far valere le nostre rivendicazioni contro una classe dirigente che, esaudendo ogni richiesta di Confindustria, ha già iniziato a scaricare i costi di questa nuova crisi sulle fasce più deboli della società, con particolare ferocia su giovani, donne e migranti.
Le minime e volutamente tardive contromisure assunte dal governo non corrispondono alla necessità di soluzioni strutturali contro i mali endemici generati dal modello di sviluppo dominante, palesatesi e resi insostenibili dalla crisi sanitaria. Ciò nonostante, le politiche del governo si sono dimostrate in netta controtendenza rispetto agli anni precedenti, una scelta obbligata – anche solo per scongiurare lo scoppio di conflitti sociali – nella condizione emergenziale in cui siamo precipitati, che non sarà però a costo zero, saranno infatti proprio questi “regali” a costituire una nuova ipoteca sul nostro futuro. Inoltre, viene dimostrato che tutto quello che finora non era mai stato fatto dipendeva solo dalla volontà politica e non da artificiali dettami assunti come dogmi inviolabili. Dal pareggio di bilancio, all’autonomia differenziata, alla privatizzazione dei settori strategici, alla politica delle “non assunzioni” nel pubblico, l’impalcatura su cui si reggeva il discorso delle classi dirigenti, la stessa impostaci in oltre dieci anni di crisi economica, è miseramente crollata.
Ma la ragione non basta affinché il superamento di questa emergenza non si traduca in un rapido ritorno allo status quo precedente, le fratture che si sono aperte sono uno spazio che dobbiamo occupare. Per questo dopo mesi di mobilitazione abbiamo deciso di dare vita ad un’assemblea nazionale di due giorni in cui discutere e confrontarci sui caratteri che deve assumere un coordinamento di realtà giovanili che si pone l’obiettivo di incidere nella realtà circostante, consapevoli che su questo terreno il primo degli ostacoli è rappresentato dalle soluzioni-farsa sbandierate come conquiste da tutti quei soggetti che hanno deciso di assumere il ruolo di foglia di fico, talvolta direttamente stampella, del governo.
Mentre si moltiplicano gli allarmi e le previsioni funeste per l’autunno prossimo, non perderemo tempo. Dalle università ai posti di lavoro fino alle periferie: organizziamoci!
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