Il gesuita ha appena silurato uno dei suoi fedelissimi più potenti, Becciu, per una questione legata alla adorazione del loro vero unico dio, il denaro, “invocato invano” in una speculazione edilizia a Londra.
Becciu è stato fatto fuori dal suo capo perché ha comprato un palazzo di lusso a Londra e ha speso 200 milioni di euro, almeno questa è la motivazione ufficiale, ma in realtà era l’ultimo uomo di Bertone rimasto nella corte del monarca extracomunitario feudale.
Tornando però alla speculazione edilizia, non si può non pensare che con duecento milioni di euro si possono comprare 5000 piccoli appartamenti periferici, per dare un tetto almeno a diecimila persone.
Ma è un palazzo di lusso, non potrà mai essere destinato a dare un tetto ai poveri, e poi è stato comprato con i depositi dell’Obolo di San Pietro, la banca dei risparmi di Bergoglio, quella sulla quale confluiscono tutte le donazioni affinché siano destinate alle opere di carità.
Insieme alle donazioni versate all’Obolo di San Pietro, la setta cattolica, solamente a Roma riceve dagli ottomila ai diecimila lasciti testamentari l’anno, che poi vengono utilizzati per investimenti immobiliari, per speculazioni di borsa, ma anche in festini a base di sesso e cocaina, rigorosamente gay, perché se qualcuno di loro ha rapporti sessuali con una donna, viene espulso dal club.
Solo rapporti gay oppure stupri su minori, altro non è consentito.
Le speculazioni immobiliari a Londra con i soldi destinati ai poveri costituiscono un classico esempio di opera di carità.
I cattolici necessitati dalla spiritualità trascendente non possono far pagare alla società, e alle donne per prime, il prezzo della avidità dei loro referenti religiosi, che per rimanere a galla usano, l’aborto come clava.
Per un Becciu licenziato, restano migliaia di predatori clericali, ai quali serve la povertà per costruire il potere, mentre per mantenerlo serve opprimere le donne lanciando messaggi mafiosi ai politici affinché ubbidiscano negando diritti.
Becciu è fuori dalla Corte del monarca, è stato defenestrato anche dal conclave e potrebbe riservare vendette perché, comunque, resterà saldamente nel club della pretaglia.
Del resto nessun prete farebbe mai dichiarazione di apostasia dal dio quattrino.
* Segretario nazionale di Democrazia Atea, Coordinatrice nazionale di Potere al Popolo
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Alfredo
Quando a parlare (o a scrivere) è la pancia e non il cervello vengono fuori articoli come questi. Non trovo nessuna differenza tra questi sproloqui pieni di bile e di falsità rispetto agli articoli dei giornali mainstream nostrani ed esteri contro la Russia, il Venezuela e attualmente anche la Bielorussia.
Giacomo Grippa
Rischiosa operazione speculativa, venuta fuori dalla “Manica”, investimento come tanti altri non peccaminoso nel praticato mercato finanziario, salvo che non sia incappato in qualche controllo da parte delle autorità bancarie internazionali, al quale, dopo infinite diffide, si trova sottoposto, da poco, anche il Vaticano.. Meraviglia che sia stato beccato Beccu a mettere mano all’ “obolo di san Pietro” che è un collettore di offerte, una riserva intestata al Pontefice. Ma forse più che fuga di notizie sarà avvenuta una fuga di capitali, addebitati al porporato che ha perso gradi, funzioni e privilegi, conservando la vestizione “d’ordinanza”, peraltro ancora faraonica e costosissima . La pesante, eccezionale sanzione comminata al Beccu, rappresenta,, come ben descritto dall’avv. Corsetti, lo scontro, senza esclusione di “colpi e colpe”, fra le diverse “anime” dell’apparato ecclesiastico, dove, è il caso di dirlo, la “curia” sia peggio del “male”. Si resta attoniti al pensiero di come quella somma, gestista oltre “la Manica” avrebbe potuto assicurare a 5000 famiglie, senza tetto” un piccolo alloggio o rendere salva la vita a tantissimi bambini poveri o ammalati. Da parte poi della milionaria, Monarchia vaticana , seconda potenza finanziaria del mondo. Sicuramente san Francesco non trova pace nella sua tomba.
Manlio Padovan
“L’attaccamento al denaro del clero è una costante nei secoli”: Karl Heinz Deschner.
Se tutti avessero a leggere seriamente qualche libro dello storico tedesco, forse non avremmo più credenti.