Il 12 giugno torniamo a manifestare in Valle Susa con i NOTAV.
Da tanti anni il movimento NOTAV costituisce una grande discriminante politica, sociale e anche morale nel nostro paese. Da un lato il partito unico degli affari, multiforme nell’espressione politica, trasformista nei linguaggi, ma sempre fermo nel proposito che lo tiene assieme: fare la Grande Opera. Farla anche se non serve alla utilità sociale, se devasta l’ambiente, se impone un regime di occupazione militare e leggi speciali autoritarie ad una intera Valle.
Il TAV in Valle Susa è un’opera per cui non valgono argomenti scientifici, economici, ecologici, sociali, è un’opera inutile e dannosa che serve però al potere come affermazione di se stesso e a chi la fa per accrescere i propri profitti.
Si dice che riduca l’inquinamento, ma per trent’anni ci saranno polveri, veleni e scorie sparse a tappeto per scavare il tunnel.
Si dice che limiterà il traffico su camion, ma intanto si costruisce un gigantesco autoporto in previsione di altri viadotti autostradali, che porterebbero nella Valle una valanga di TIR. E soprattutto si nasconde il fatto che una ferrovia internazionale già c’è, largamente sottoutilizzata perché persone e merci non passano da lì.
La prima realizzazione della Grande Opera è una montagna di bugie, di propaganda falsa e in malafede, sostenute dal coro unanime dei mass media e dal concerto unitario delle grandi forze politiche e dei loro cespugli.
Il lord protettore Draghi e poi Bersani, Letta, Renzi, Salvini, Berlusconi, Meloni, sono tutti fanatici sostenitori della menzogna di stato per cui il TAV è un’opera indispensabile. Con essi CGIL CISL UIL, Confindustria, grandi cooperative, unite nel nome di un lavoro che in realtà è solo guadagno d’impresa per pochi e danno per tanti.
Il Movimento CinqueStelle è nato NOTAV, ha preso montagne di voti in Valle, poi li ha svenduti assieme a se stesso per restare a tutti i costi in un governo che ora manda le ruspe a distruggere i boschi. Solo una minoranza espulsa si oppone ancora. Sinistra Italiana formalmente dice “no” a Draghi, ma poi a Torino ed ovunque sta con il partito del TAV.
Insomma tutto il quadro politico istituzionale sta col TAV, contro di esso ci sono solo l’opposizione extraparlamentare, il sindacalismo di base, una parte dei movimenti ambientalisti.
Eppure questa sproporzione di forze se vista dal lato del palazzo, si ribalta in senso opposto se si parte del popolo della Valle Susa. Che da decenni lotta contra lo Grande Opera senza cedimenti o ressegnazione e che non ha visto diminuire, ma anzi rinnovarsi le proprie forze; e questo nonostante una repressione poliziesca e giudiziaria che ha rispolverato tutto il codice fascista Rocco e ha anticipato i decreti Minniti e Salvini, creando generazioni di prigionieri politici, da Nicoletta a Dana a Fabiola a tante e tanti altri.
Il movimento NOTAV è una indicazione e un insegnamento per tutte e tutti coloro che rifiutano il potere e le vergogne del partito unico degli affari. ma pensano o temono di non farcela a resistere. Si può lottare, ci si può organizzare, si può reggere e provare rovesciare il tavolo dove i potenti ed i loro servi decidono del nostro destino. Oggi in Valle Susa, domani in tutta Italia. Ci vediamo a Bussoleno.
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