Dal 20 Luglio il movimento politico ha una sua componente in Parlamento.
Matteo Mantero, senatore eletto con il M5S in Liguria ed espulso da Vito Crimi lo scorso 18 Febbraio per non aver votato la fiducia al governo Draghi, è il primo senatore di Potere al Popolo. Ad ufficializzarlo è stata la seduta del Senato del 20 Luglio 2021 in cui si è riconosciuto che “il senatore Mantero ha costituito all’interno del Gruppo Misto la componente Potere al Popolo”.
Dopo aver ottenuto nei suoi primi 3 anni di vita molteplici rappresentanze all’interno delle istituzioni locali, è la prima volta che Potere al Popolo entra all’interno del Parlamento con una sua componente.
“Dal 20 luglio ho l’onore di rappresentare ufficialmente Potere al Popolo in Senato. Il mio percorso politico nelle istituzioni si chiuderà con questo mandato, penso che il limite di mandati sia un principio sacrosanto per contrastare una politica autoreferenziale che pensa solo a tutelare se stessa. Continuerò ad occuparmi di politica come cittadino.
Questa mi ha dato la libertà di accostarmi alla forza politica che più sentivo vicina ai miei valori e principi.
Ho visto in Potere al Popolo molti aspetti comuni con il Movimento delle origini. Una forza politica nata dal popolo che rivendica la propria sovranità, cittadini attivi che si spendono per il bene comune e si pongono come alternativa (unica ormai) ai partiti che hanno mal governato il nostro paese.
Da subito ho provato grande vicinanza con questo movimento: sono, anzi siamo, una forza giovane, dinamica e proattiva e ho sentito grande sintonia sui temi che ho seguito in questi anni, la difesa dell’ambiente, la lotta all’illegalità, le battaglie per i diritti, dall’eutanasia alla legalizzazione della Cannabis.
Sono molto contento di poter essere il loro terminale in Parlamento per questo scampolo di legislatura, spero di rappresentarli degnamente e non posso fare altro che ringraziarli per la fiducia e per avermi dato modo di chiudere la mia carriera politica con un ritorno alle origini, le mie radici affondano nei valori della sinistra, ma con una nuova avventura. Ridiamo voce e potere al popolo.”
Sen. Matteo Mantero
“Questa notizia ci rende estremamente felici e siamo orgogliosi di essere rappresentati in Parlamento da una persona come Matteo, che da anni porta avanti con trasparenza e coerenza battaglie importantissime e che si è fatto portavoce di istanze molto spesso dimenticate.
La sua adesione è significativa di una sempre più crescente credibilità del nostro progetto: se fino ad adesso ne abbiamo avuto prova sui territori, ora si manifesta finalmente anche da un punto di vista nazionale.
Ma è solo l’inizio: siamo in una fase particolare, di ristrutturazione del sistema nel suo complesso e di riconfigurazione dello spazio politico. La crisi del M5S, la disintegrazione di quel progetto, è palese e sappiamo che in tanti sono in cerca di un’alternativa e possono riconoscersi nei nostri principi e nelle nostre innumerevoli battaglie sui territori.
Da oggi inizia un’importante attività di controllo popolare all’interno del Senato, che ci consentirà di portare la voce, gli interessi, i bisogni di tante e tanti che da anni non hanno una reale rappresentanza e che noi ogni giorno intercettiamo nelle vertenze e nelle attività mutualistiche e solidali.
Questo è un piccolo-grande passo che ci spinge ad osare sempre di più e a portare avanti il nostro progetto complessivo di trasformazione della realtà”
Giuliano Granato e Marta Collot, portavoce nazionali di Potere al Popolo
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Enzo
Compagn*, come iscritto a PaP esprimo la mia contrarietà al fatto che questa scelta del senatore la intendo come forma di trasformismo.
Non esprimo un giudizio sulla persona, ma se si combatte modalità di fare politica con l’ opportunismo e il.trasformismo non può PaP concedere uno spazio politico, come quello da senatore, venendo il politico da una volontà elettorale diversa e movimento politico che ha governato con.Salvini.
Eros Barone
Caro Enzo, hai perfettamente ragione, ma a caval donato non si guarda in bocca e adesso PaP può dire di avere un senatore che lo rappresenta.
Enzo
Ma logica del caval donato sarebbe valsa anche se il senatore a passare a PaP si fosse chiamato Tabacci Bruno….?
Redazione Contropiano
Domanda sbagliata, perché malevola… E’ ovvio che la storia individuale conta. Mica stiamo parlando di un cavallo…