Da alcuni mesi alla Camera dei Deputati c’è una mozione parlamentare che chiede che l’Italia offra asilo politico a Julian Assange per sottrarlo alle persecuzioni da parte del governo degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.
La mozione è stata presentata da L’Alternativa C’è, un gruppo di parlamentari fuorisciti dal Movimento 5 Stelle, primo firmatario è il deputato Pino Cabras che in una intervista spiega come “questa mozione serve a dare una possibilità in più alla soppravvivenza di Assange. Come ha detto Nils Melzer, l’inviato speciale Onu per la tortura, tutto fa pensare che Assange sia soggetto a tortura psicologica”.
Ma fino ad oggi contro la discussione in aula della mozione c’è stato un muro di gomma se non un vero e proprio fuoco di sbarramento. La discussione è stata già rimandata tre volte e l’ultima praticamente sine die, denuncia il comitato Italiani per Assange.
“L’approvazione di questa mozione – e ancora di più un’azione conseguente del governo – avrebbe un valore politico enorme” spiega ancora l’on. Cabras. “Se un Paese del G7 affermasse con forza i diritti di Assange si riaprirebbe un dibattito ora dominato giuridicamente dalle pressioni statunitensi. Non dimentichiamo che negli States lui rischia fino a centosettantacinque anni di carcere”.
Per sostenere la mozione parlamentare che riconosca l’asilo politico ad Assange, per mercoledi mattina alle 11.00 in piazza Montecitorio si terrà una manifestazione.
Fino a pochi giorni fa sulla libertà di Julian Assange si era registrato un assordante silenzio della politica e del giornalismo italiano. La trasmissione che Riccardo Iacona e Presa Diretta hanno dedicato alla vicenda hanno gettato un sassone nello stagno.
Oggi sono diventati pochi quelli che possono dire “non ne sapevo niente”. E quelli che non intendono prendere parte in questa battaglia è perché ritengono i crimini di guerra degli Stati Uniti materia di totale impunità, anche a costo di seppellire in carcere chi li ha resi pubblici.
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