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La maledizione dell’Art.5. Una punizione contro i poveri

Ci sono leggi che vanno apertamente contro il senso della giustizia sociale. Quanto successo venerdi negli uffici anagrafici del quinto municipio di Roma è assurdo. In seguito ad una comunicazione di cambio di residenza l’anagrafe ha negato l’iscrizione alla coniuge di un assegnatario, nonostante fra la documentazione allegata fosse inserita la Determinazione di assegnazione del Comune di Roma, competente Dipartimento delle Politiche Abitative, ai sensi della L.R. 18 del 2000.

Un nostro delegato ha raggiunto gli uffici Municipali in via Palmiro Togliatti dove i cittadini erano andati a chiedere spiegazioni ed ha trovato un muro impenetrabile nella funzionaria, la quale prima ha detto che la determinazione di assegnazione non è il documento atto a documentare un’assegnazione (!) e in seguito, messa alle strette, si è rinchiusa negli uffici chiudendo il dialogo” denuncia l’Asia Usb in un comunicato.

Non è possibile che i cittadini vedano i propri diritti più importanti negati, l’anagrafe deve applicare la normativa generale sulla residenza e, per quanto riguarda le case popolari, le norme regionali che ultimamente sono state modificate per semplificare l’iter per gli inquilini delle case popolari, e non l’art. 5 del Piano Casa Renzi-Lupi. Anche in presenza di un’assegnazione si pongono paletti per il riconoscimento di un diritto fondamentale di ogni essere umano presente sul suolo della Capitale! L’art. 5, semplicemente inapplicabile, va cancellato.

Attendiamo comunque risposta scritta e motivata dall’anagrafe in modo da poter difendere legalmente i nostri iscritti e ripristinare un briciolo di legalità” annuncia il sindacato.

L’art.5 è stato introdotto nel 2013 dal Decreto Lupi (all’epoca ministro delle Infrastruttute) come strumento punitivo ed escludente per le famiglie che vivono in occupazioni abitative, negando loro la residenza negli edifici occupati e di conseguenze escludendoli dall’accesso ai servizi e alle prestazioni sociali: dall’iscrizione a scuola dei figli alle misure di welfare, al diritto di voto etc. La l’esclusione dalla residenza si è via via allargato alle famiglie che vivono nelle case popolari “senza titolo” o in situazioni contestate, agli immigrati etc,

Da anni i movimenti di lotta per la casa e l’Asia Usb ne chiedono l’abrogazione.

 

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