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Roma.” Piove, può anche nevicare, la lotta per l’abitare non può aspettare!”

Giovedì 25 novembre la piazza del Campidoglio è stata invasa da una distesa di ombrelli. Centinaia di persone che, a dispetto della pioggia battente, hanno portato il proprio biglietto da visita alla nuova giunta Gualtieri.

Mentre una delegazione veniva, dobbiamo dire in modo rapido, ricevuta dal Capo di Gabinetto del Sindaco, Ruberti, e dal neo-assessore al patrimonio e le politiche abitative Tobia Zevi, davanti a Palazzo Senatorio si sono succeduti ben 27 interventi che hanno ben rappresentato le istanze e i bisogni fondamentali della Città di Sotto.  L’assemblea si è aperta con un importante passaggio di solidarietà dei  disoccupati napoletani, che hanno rappresentato la propria complicità rispetto alle lotte per il diritto alla città rappresentate nella piazza del Campidoglio.

Gli interventi successivi hanno rappresentato una pluralità di istanze, dentro e oltre il già fondamentale tema della casa. Dalle occupazioni e gli spazi sociali come Esc sotto sgombero e le famiglie sotto sfratto, passando per chi vive nei piani di zona e nelle case degli enti, dentro i quartieri popolari, al sindacalismo conflittuale e al coordinamento regionale sanità, passando per student*, lavoratori e le lavoratrici di Ama e Atac in lotta (costantemente sottopost* a campagne diffamatorie), si è affermata una  grande determinazione nel chiedere un cambio di passo a 360 gradi nelle politiche sociali, abitative, nella gestione del patrimonio, dei servizi e delle società partecipate, che devono tornare ad essere improntate alla risposta ai bisogni fondamentali. Un cambio di passo che, evidentemente, richiede schierarsi dalla parte della città di sotto, e non di quella chi specula sulle emergenze, sul mattone, di chi perora gli interessi della privatizzazione e della rendita sopra le ragioni del diritto all’abitare e vivere la città dignitosamente.

Una volta scesa, la delegazione ha riferito i risultati del lungo incontro con la nuova giunta. Evidentemente, non basterà un singolo incontro a fare primavera, ne sarà sufficiente fare spezzatino delle vertenze esistenti, secondo il modus operandi che ha prevalso in questi anni. Le questioni dell’abitare vanno affrontate nel loro complesso, avendo il coraggio di porre un fermo deciso agli sfratti e agli sgomberi in attesa di istruire gli spazi inter istituzionali e i passaggi amministrativi necessari per determinare soluzioni adeguate e valide per tutt*, anziché rabberciate inseguendo le emergenze create ad arte. Con la stessa determinazione e assunzione di responsabilità politica, dunque, con cui si afferma di voler rimettere mano alla delibera 140 sugli spazi sociali.

Lo diciamo chiaro: le politiche strutturali, la predisposizione degli uffici e i passaggi interistituzionali di cui abbiamo parlato richiedono tempi che non possono essere dettati dall’agenda degli sgomberi stilata dal Prefetto Piantedosi, e che torna ad aleggiare sulla città (peraltro in totale spregio all’approfondimento della povertà abitativa causato dalla pandemia). Il diritto all’abitare in questa città è un’urgenza, ma non un’emergenza, né un problema di ordine pubblico. Richiede risposte strutturali, e non esiteremo a mettere alla prova la serietà della giunta Gualtieri nel cimentarsi su questo terreno insieme alle altre istituzioni politiche competenti (in primis la Regione).

Alla luce di quanto sta accadendo in queste settimane, proponiamo dentro questa città un reciproco patto di solidarietà che leghi tutte le soggettività messe a rischio in modi diversi, perché un attacco a un* è un attacco a tutt* e all’idea di città che rappresentiamo e vogliamo far contrattaccare dentro e contro questa sindemia. Incominciando a scandire questa mutualità delle lotte dentro la manifestazione nazionale transfemminista di Non Una di Meno del 27 novembre, e durante il No Draghi Day del 4 dicembre.

Ci vediamo in città, ci vediamo nelle lotte!

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