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Ragazzi, conoscete Piazza Fontana?

Piazza Fontana: sul web ci sono notizie, potete fare una ricerca, ragazzi: 12 dicembre 1969, bomba alla Banca dell’Agricoltura a Milano, strage.

Ma proviamo a raccontarla un po’ diversamente. A rievocare quel clima, l’orrore della strage di stato, voluta dalle forze politiche al governo, preoccupate che l’”autunno caldo” del 69 e le piccole rivoluzioni di studenti e proletari arrivassero a destabilizzare il loro regime democristiano-liberal-postfascista.

Progettata dai servizi segreti “servitori dello Stato democratico”, una accozzaglia di ex fascisti e destrorsi senza coscienza e senza onore. Eseguita dai neofascisti, opportunamente protetti e nutriti dai servizi stessi, cocchi belli della questura, criminali servi dei padroni e assassini prezzolati.

Poi ci ha pensato lo Stato stesso a depistare, incolpare innocenti, proteggere i colpevoli. Mentre la “maggioranza silenziosa”, fascista nell’animo, invocava le leggi speciali e lo stato di polizia per reprimere “l’eversione anarchica, cioè comunista” (questo era il livello, ve lo assicuro).

L’Italia del 1969 non ha subìto Piazza Fontana: era Piazza Fontana.

Uno stato borghese e capitalista, che aveva tradito i migliori valori della Resistenza, sotto la sorveglianza e la guida dei padroni, cioè gli imperialisti americani alleati, con la benedizione degli industriali e del Vaticano. E che poteva restare al potere solo con le stragi e il terrore che ne sarebbe seguito.

Smettiamola di dire che è “avvolta da misteri”: ormai si sa tutto.

Gli esecutori materiali furono dei neofascisti di Ordine Nuovo. Carlo Digilio, Delfo Zorzi ed altri, un gruppetto guidato da Franco Freda e Giovanni Ventura.

I servizi segreti italiani erano pieni di fascisti e neofascisti e fornirono copertura, depistaggio, supporto. Guido Giannettini, Giannadelio Maletti, Antonio Labruna e molti altri.

Al governo in Italia non c’erano i colonnelli, né Junio Valerio Borghese: c’era la Democrazia Cristiana, con alcuni partitucoli vassalli. La democrazia cristiana fu il mandante morale dell’attentato, eseguito con lo scopo di far degenerare la situazione in Italia, che vedeva un processo crescente di ribellione e di lotta (“Autunno caldo” da un lato, sinistra extraparlamentare dall’altro).

Sembrava che studenti e operai potessero trovare un terreno comune di lotta: bisognava fermare tutto.

Si diede la colpa agli anarchici. Si utilizzarono le forze dell’ordine, anch’esse piene di fascisti, per avallare questo e molti altri depistaggi. Pinelli venne arrestato e assassinato: esecutori materiali un “gruppetto di fuoco” comandato dal commissario della squadra politica (oggi diremmo “della Digos”) Luigi Calabresi, che ebbe l’accortezza di uscire dalla stanza mentre il delitto veniva eseguito.

Valpreda, innocente, fu il capro espiatorio perfetto e passò anni in galera e sotto processo.

Buttarla in caciara: questo era lo scopo ultimo degli industriali, ai quali la strage fece comodissimo, per puntellare ammantandola di “emergenza democratica” l’opera di repressione delle lotte. Il governo ossequiente capeggiato da Mariano Rumor fece da benevolo tramite, i servizi segreti organizzarono, i neofascisti eseguirono.

Tranne pochissime eccezioni, la maggior parte della stampa, serva, avallò il progetto eversivo e diffuse notizie false ed opinioni precucinate dalla questura. L’opinione pubblica, disorentata, si spaccò.

Nulla di misterioso. Pasolini dopo pochi anni lo scrisse ben chiaro. Dopo mezzo secolo direi che possiamo arrivarci tutti; ed è bene ripeterlo, raccontarlo ai più giovani, che, fortuna loro, quel periodo non l’hanno vissuto.

Perché l’Italia del 12 dicembre è il sequel dell’Italia repubblichina e fascista di Salò: questo, volevano, i “ragazzi di Salò” che il signor Luciano Violante ha a suo tempo sdoganato.

Un’Italia fascista, razzista, criminale, con pochi satrapi privilegiati al potere, il popolo ignorante ed il clima di terrore continuo.

L’episodio di ieri con l’omaggio di Violante alla neofascista Meloni non importa, lo annoveriamo come un ulteriore stadio dell’Alzheimer: il danno, i “democratici”, cristiani e non, l’hanno fatto ben prima.

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