Nel decreto mille proroghe approvato a fine anno, una “manina” del governo ha inserito una clausola a favore dei padroni dell’ex Ilva, che oggi sono ArcelorMittal e lo Stato messo a servizio del privato.
575 milioni di euro sequestrati dalla magistratura alla vecchia proprietà Riva e destinati alla vecchia società commissariata per la bonifica ambientale a Taranto, sono stati invece dirottati alla nuova proprietà per gli investimenti per la decarbonizzione della produzione.
Cioè i soldi requisiti ai vecchi padroni per riparare una parte dei danni alla salute da essi provocati, sono stati regalati ai nuovi proprietari per far risparmiare a loro spese che dovrebbero fare comunque e che semmai andrebbero finanziate con i fondi europei. 575 milioni sono stati riconvertiti dalla salute al profitto aziendale.
Tra l’altro con il rischio del lavoro per migliaia di operai che dovrebbero essere impiegati proprio nella bonifica ambientale.
Contro questa decisione la #USB ha organizzato una manifestazione a Taranto per il 7 gennaio, anche gli altri sindacati e ovviamente le organizzazioni ambientaliste giustamente insorgono.
Ma la realtà è che questa porcata del Governo Draghi, la prima dell’anno, è perfettamente coerente con tutta la politica del governo. Per il quale il PIL, gli affari, i profitti, vengono prima della salute e dell’ambiente, certo non nelle chiacchiere, ma nelle scelte concrete.
Per il Covid come per le terre avvelenate di Taranto.
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