Menu

Poste italiane: l’inesorabile declino del servizio pubblico universale

Se andate sul sito dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni/Aree tematiche “Servizio Universale”, leggerete, in cima “Il servizio universale postale rientra tra i servizi di pubblica utilità ed è volto a garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruire dei servizi postali, definiti dal legislatore ‘essenziali‘”.

Se poi scorrete, trovate un lungo comunicato in cui AGCOM, fra le altre cose, afferma che, nel 2021, in esito al “controllo sull’affidamento del servizio universale nell’ultimo quinquennio“, ha “verificato la conformità del servizio svolto da Poste Italiane alle garanzie di continuità e qualità nonché la rispondenza ai criteri di riduzione dei costi e di redditività degli investimenti previsti dal Contratto di Programma, stipulato tra il MISE e Poste Italiane“.

Cosa poi intendano per “conformità”, lo spiegano di seguito indicando alcuni parametri che riguardano esclusivamente gli standard qualitativi delle consegne di posta e pacchi.

Ebbene, io, stamane, mi sono recato in posta per ritirare una raccomandata che il postino non era riuscito a consegnarmi ed ho dovuto attendere un’ora e mezza prima che toccasse a me perché la situazione agli sportelli era quella che vedete nella foto: un solo impiegato per il servizio pubblico e l’altro al commerciale.

Ho provato a chiedere a quei due impiegati perché gli sportelli fossero quasi tutti vuoti e la risposta all’unisono è stata: “non c’è personale“.

Queste sono le conseguenze della selvaggia privatizzazione, che ha portato con sé una mutazione genetica di Poste Italiane: da ente gestore del servizio postale pubblico ad erogatore di servizi finanziari e di consegna in concorrenza con le altre grandi aziende private.

Da quando, nel 1998, fu trasformata in una SPA, Poste Italiane è stata fatta oggetto, da parte di tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese, di un lento ed inesorabile processo di privatizzazione che ha messo sempre di più al centro delle proprie attività il profitto a scapito proprio del servizio pubblico universale, con buona pace delle sciocchezze che scrive l’AGICOM sul suo sito.

D’altronde si sa, soprattutto, a cosa non servono le “Autorità di Garanzia” in Italia.

Poste Italiane resta, comunque, per la Cassa Depositi e Prestiti, una gallina dalle uova d’oro: gli uffici postali sono fondamentali per la raccolta del risparmio dei cittadini italiani (circa 12 milioni di famiglie), che sottoscrivendo libretti e Buoni fruttiferi postali (per circa 240 miliardi di euro) garantiscono alla CDP una “potenza di fuoco” sui mercati.

Ma sono anche serviti, a partire dai primi anni dello scorso decennio in poi, ai vari governi di csx e cdx, per soddisfare le richieste di Bruxelles, oberati dai 54 miliardi annuali (il famigerato Fiscal Compact) da pagare in “interessi sul debito pubblico” (le cedole semestrali o annuali da versare sui conti correnti degli obbligazionisti, in genere banche, assicurazioni, fondi comuni, ecc).

La privatizzazione della cassaforte che contiene i risparmi di decine di milioni di cittadini – soprattutto poveri e pensionati – e che alimenta la Cassa Depositi e Prestiti, è stata, inoltre, usata da tutti i governi come l’unico salvadanaio scassinabile per fare investimenti. Soprattutto, per continuare a finanziare le solite “grandi opere”, specialmente quelle inutili e dannose.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

8 Commenti


  • Giovanni

    È da tempo che seguo le vicende di poste e CDP in quanto sono uno dei milioni di fruitori. Se devo essere sincero la situazione attuale mi preoccupa ie non poco anche in prospettiva del futuro. ITroppi interventi, a fondo perso, per tenere in piedi società decotte, vedi Alitalia, Ilva, Tim e visti i momenti chissà quante altre. Sono veramente preoccupato!!


  • Zanon Elena

    Perfettamente d’accordo, delle poste che seguivano e aiutavano il cliente non è rimasto niente..il personale rimasto stremato non vede l’ora di mandarti via ai numeri verdi


  • Paola

    Sono pienamente d’accordo. Sono una ex impiegata di Poste, da un anno in pensione anticipata, perché non sopportavo più questi cambiamenti, che hanno stravolto il volto vero di Poste, per quanto riguarda il servizio pubblico, chenon c’e’ più.


  • D’Antonio Carlo

    Ieri 28 giugno 2022 ho trovato nella mia cassetta postale una lettera di un’assicurazione non mia.Indirizzo corretto nominativo del destinatario non riportato sulle altre cassette. Questa mattina ho riportato la lettera all’Uff. Postale di Zero Branco -TV- con una mia nota esplicativa e di suggerimenti. – non è la prima volta che succede -.Ho chiesto di avere sulla copia della mia nota il timbro di ricevuta. Non è stato possibile .. Dice l’impiegat: non possiamo mettere timbri. Portalettere il più delle volte diversi. Per evitare di compilare il ticket – destinatario sconosciuto – e restituire la missiva al mittente lasciano la stessa in altre cassette. Quanta posta andra’ persa ?. Così non va bene. Difficoltà a contattare gli Uff. POSTALI ai numeri telefonici indicati su Internet. AI fax non rispondono. Non sono riportate le e mail degli Uffici. … Insomma ci sarebbe tanto da dir.e. Il mio giudizio sul funzionamento di Poste non è positivo….anzi. …Chi può faccia qualcosa per migliorare i servizi di POSTE. Grazie dell’attenzione.


  • Antonino Messina

    Ormai alcuni impiegati addetti agli sportelli ordinari si preoccupano piu’ a reclamizzare i prodotti tipici di altre organizzazioni commerciali (assicurazioni, ricariche telefonini ed altro ) senza curarsi del lungo tempo di attesa cui per tale motivo gli utenti ordinari devono soggiacere ( anchr ore ).


  • Frank Jaeger

    Questo articolo è di un populismo e di ignoranza UNICHE, la verità è un’altra:
    1) i lavoratori che si lamentano di “essere stremati” sono vecchie ciabatte che fino al 1998 SCALDAVANO SOLO LA SEDIA e ora invece devono lavorare, almeno un po’ ! Per questo si lamentano! Vergognatevi!!!
    2) la privatizzazione di Poste ha permesso allo stato di avere il servizio postale CHE SI PAGA DA SOLO!! Quindi Gratis!!! E i guadagni vanno a finire tutti allo stato perché, EMERITI CRETINI, POSTE ITALIANE È POSSEDUTA PER L’85% dal MEF e da CDP!!!
    3) “non si aiuta più il cittadino” , eh si perché invece prima del 1998 funzionavano meglio??? Ma non vi ricordate che forse il sevizio era anche peggio e PIENO DI FRODI INTERNE!?? vi ricordò che i lavoratori statali per definizione SCALDANO LA SEDIA!
    4) tutti i servizi finanziari offerti da Poste HANNO IL COSTO MINORE rispetto a TUTTI gli altri istituti finanziari!!! E prima del 1998 invece eri obbligato ad andare ad istituti finanziari diversi che ti salassano veramente! Non come Poste!!
    5) la signora che ha commentato di essere andata in pensione perché non sopporta la nuova modalità di lavoro: SIGNORA BELLA, i tempi passati a scaldare le sedie sono finiti!!! Questo tuo lamento è irrispettoso verso tutta la gente che si spacca la schiena tutti i giorni!! Perché dopo il 1998 ti hanno semplicemente chiesto di lavorare 10 pratiche invece che 6 e con nuovi strumenti che voi vecchi caproni vi siete rifiutati di imparare!!! Vergognati!!!
    6) per favore, prima di scrivere queste affermazioni: DOVETE PORTARE I NUMERI REALI DELL’EFFICIENZA DEL SERVIZIO PRIMA E DOPO IL 1998!!! DOVETE PORTARE I NUMERI DELLA QUANTITÀ DI SERVIZI EROGATI PRIMA E DOPO!!! Altrimenti dite solo parole campate in aria senza alcuna evidenza.

    Grazie.

    Sono uno di quelli che ha dato il sangue per modernizzare questa azienda.


    • Redazione Roma

      Dalle sue parole si evidenzia però che “l’aver dato il sangue per modernizzare” l’ha stressata parecchio


  • Stefania marinucci

    Nella mia esperienza posso dire che è impossibile usufruire del servizio postale. Trovare un francobollo è diventato come cercare l’oro e la mia corrispondenza poi non è stata recapitata per ben 2 volte nel mese di maggio in Abruzxo: né ad Ortona né ad Arielli. Il postino di passaggio l’avrà buttata per strada.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *