“E’ difficile dire” se il presidente russo Vladimir Putin “stia bluffando” quando minaccia il ricorso alle armi nucleari nella guerra in Ucraina. Ad ammetterlo è il direttore della Cia, William Burns, in un’intervista alla televisione statunitense Cbs. “Beh, dobbiamo prendere molto sul serio tipo di minaccia, visto tutto ciò che è in gioco. La retorica che lui e altri leader russi hanno usato è sconsiderata e profondamente irresponsabile – ha accusato Burns -. Oggi non vediamo alcuna prova concreta nella comunità di intelligence degli Stati Uniti che si stia avvicinando all’uso effettivo, che ci sia una minaccia imminente di usare armi nucleari tattiche”.
Quindi, ha sottolineato il capo della Cia, “a questo punto è molto difficile dirlo. Come ho detto, quello che dobbiamo fare è prenderlo molto sul serio, osservare i segnali che indichino una preparazione e anche – e questo è il ruolo dei politici”. “E io non sono più un politico. Ma bisogna comunicare in modo molto diretto le gravi conseguenze che deriverebbero dall’uso di armi nucleari”, ha concluso Burns.
Il quotidiano britannico “The Times” , probabilmente imbeccato dai servizi segreti, rivela che la Nato avrebbe già inviato un rapporto di intelligence che conterrebbe una serie di azioni che potrebbero essere intraprese dalla Russia, tra cui il testare il drone sottomarino Poseidon equipaggiato con una testata atomica e soprannominato “l’arma dell’apocalisse”. Inoltre secondo altre fonti non specificate, un treno militare russo della divisione nucleare sarebbe partito in direzione dell’Ucraina. La divisione è “responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio, manutenzione, trasporto ed emissione di unità”, scrive il quotidiano. Una fonte di alto livello della difesa, tuttavia, ha affermato che probabilmente la disponibilità di Putin all’uso delle armi nucleari potrebbe arrivare nel Mar Nero.
In Italia è il gen. Camporini a invitare a non sottovalutare i rischi. “Le carte ora le dà Vladimir Putin. Il rischio esiste, perché avere a disposizione l’arma nucleare può solleticare la tentazione di utilizzarla per cambiare le sorti sul terreno di battaglia, dove per la Russia non sta andando bene” ha detto il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, in un’intervista al Corriere della Sera.
Ed è un altro generale italiano, Giorgio Battisti, ex comandante del contingente italiano in Afghanistan e membro del Comitato Atlantico Italiano a disegnare uno scenario “possibile” sull’uso politico delle armi nucleari. “Se questo sciagurato conflitto di invasione è stato mosso per annettere una parte dell’Ucraina, a mio avviso qualsiasi persona sana di mente non lancerebbe un’arma nucleare proprio sui territori contesi che, a quel punto, diventerebbero inutilizzabili” ha detto il gen. Battisti in una intervista all’agenzia Adn Kronos. “Quindi la minaccia dell’uso delle armi nucleari “o è l’ennesimo bluff di Putin oppure l’obiettivo potrebbe essere diverso”. Ad esempio, “per dimostrare che non scherza” potrebbe rivolgersi contro “l’isola dei Serpenti, l’isoletta del Mar Nero disabitata”.
Nella stessa intervista passa poi a spiegare il significato niente affatto rassicurante di armi nucleari tattiche. “E’ un termine prettamente occidentale, introdotto nei primi anni ’50 con la guerra di Corea. In Russia non esiste questa distinzione, si parla di armi nucleari a limitata potenzialità (nonstrategic nuclear weapons. La potenzialità di queste armi potrebbe dunque andare dallo 0,1 chilotone a qualche maggiore intensità. Un chilotone è pari a mille tonnellate di tritolo, per capire basti pensare che le bombe di Nagasaki e Hiroshima erano di 15-20 chilotoni”.
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