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Il governo vuole violare il regolamento Frontex sui soccorsi in mare

Intervista a Fulvio Vassallo Paleologo. L’Italia si appresta a rovesciare la gerarchia delle fonti normative, nel tentativo di fermare le Ong e il soccorso in mare da queste operato, ma si tratta di misure che potrebbero finire davanti alla Corte costituzionale e alla Corte di Giustizia europea. 

Il regolamento Frontex 656 del 2014, nascosto nell’ultimo decreto Piantedosi in favore di quello abrogato, fissa punti ben precisi e vincolanti per tutti i Paesi, spiega Fulvio Vassallo Paleologo, giurista, e già docente di diritto di asilo all’Università di Palermo.

Si tratta di un regolamento – aggiunge – che richiama l’applicazione del diritto internazionale, fissa procedure precise sui casi di distress, la non discriminazione, l’obbligo di sbarco per lo Stato che coordina l’operazione Frontex“. Il governo Meloni non può con “un atto interno e amministrativo intorbidare fonti normative molto chiare“. 

L’obiettivo reale, per Vassallo, è colpire le ong, che, come dimostra l’arrivo di oltre mille migranti questa settimana su unità della Guardia costiera o in modo autonomo, raccolgono solo una minima parte dei naufraghi.

Ignorare il diritto internazionale e il diritto europeo, che ci viene ricordato da tutti – spiega il giurista – e cercare di sfruttare con valenza normativa atti discrezionali del governo, come direttive e codici di condotta, è il presupposto per far ripartire la criminalizzazione delle ong.

Queste prescrizioni prive di basi legali, in realtà, sono i presupposti per far partire notizie di reato e dunque aprire procedimenti penali, che in questi anni sono finiti nel nulla. 

Si guardi, per esempio, al livello di discrezionalità presente nella proposta secondo cui le navi dovrebbero distinguere, nei casi di soccorso, quelli in cui è a rischio la vita umana da quelli in cui non è in pericolo, rimandando ai comandanti la responsabilità di questa scelta e dunque di eventuali omissioni di soccorso oppure di favoreggiamento: sono trappole, che la nostra giurisprudenza ha già respinto“.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha fatto riferimento ad “appuntamenti in mare” tra i migranti e gli scafisti. “Se Tajani facesse il nome di qualche ong – dice Vassallo Paleologo – potrebbe essere querelato. Questa è la riedizione della teoria delle ‘consegne concordate’.

In realtà lui si rifà a un rapporto di Frontex che nessuno conosce e che non è pubblico, ma se Frontex avesse avuto notizie di reato ascrivibili a una specifica ong, avrebbe dovuto informarne le autorità italiane. In realtà dal rapporto pubblico di Frontex del 2022 non emerge alcunché di tutto questo“.

Inoltre, tutte le decisioni processuali contro le ong dal 2018 in poi, tranne il caso Iuventa e un episodio marginale per la nave Mare Jonio a Ragusa – ricorda Vassallo – sono state archiviate, con decisioni della Corte di Cassazione che rappresentano sono un macigno rispetto al tentativo del governo di introdurre per via amministrativa misure in contrasto con l’art. 117 della Costituzione, che ci ricorda ‘i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali’“.

E “la Corte di Cassazione, con la sentenza Rackete del 2020, ha riconosciuto i soccorsi umanitari come adempimento di un dovere imposto dalle Convenzioni internazionali“.

E non si può fare – aggiunge Vassallo – neanche quello che il governo afferma a proposito della logistica delle navi delle ong. Lui dice che dovrebbero essere attrezzate per una lunga permanenza in mare, e questa è una follia contro la sentenza della Corte di giustizia europea, emessa nell’agosto scorso, sui fermi amministrativi, in cui si chiarisce che gli Stati d’ingresso non possono imporre ale navi prescrizioni tecniche diverse da quelle definite dagli Stati di bandiera“.

Dunque gli altri Paesi europei hanno ragione a opporsi a Roma? “Certo. Intendiamoci, qui non si afferma che loro sono il bene e noi il male, ma in questo caso hanno ragione. Per il resto, la Francia arriva perfino a respingere i minori a Ventimiglia, e i naufraghi della Ocean Viking sono oggi in stato di detenzione, in ‘zone di attesa’ in cui scompaiono per 26 giorni prima di ricollocarli o rimpatriarli.

L’orientamento del governo appare quello di procedere con i fermi amministrativi delle navi delle ong. “Sì, ma anche in questo caso la Corte di giustizia europea l’1 agosto scorso ha posto un limite molto forte dicendo che gli Stati ospitanti non possono richiedere certificazioni ulteriori rispetto a quelle che le navi già hanno e che i soccorsi implicano il rispetto dei diritti in mare.

I naufraghi, in base alla convenzione Solas, ha rimarcato la Corte, non possono essere conteggiati come “passeggeri”, pretesto che ha costituito la base per i proivvedimenti di fermo amministrativo.

La Corte di Giustizia ha chiarito questo punto, e sottolineato che gli Stati non possono esercitare poteri ispettivi e di controllo se non per ragioni specifiche, di volta in volta, e non con ragioni fotocopiate. C’è già al Tar Sicilia un ricorso sui fermi amministrativi di Lamorgese.

Io credo, però, che Nordio, Salvini e Piantedosi vogliano procedere, più che con l’impostazione furbetta di Lamorgese e parte del Pd, sulla via delle denunce penali dei comandanti“.

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