È stata notificata questa mattina alle organizzazioni sindacali che hanno indetto una manifestazione per il prossimo 2 dicembre il divieto a manifestare in piazza Montecitorio. In modo inequivocabile compare, nel dispositivo di divieto, il riferimento alla direttiva prefettizia dell’allora prefetto di Roma Piantedosi, del novembre dello scorso anno, nella quale si preserva il Parlamento da qualsiasi manifestazione pubblica.
Senza alcuna motivazione dotata di senso e trascurando la natura altamente simbolica del Parlamento, si calpesta il diritto fondamentale alla libertà di manifestazione del pensiero e del dissenso.
La decisione del questore Della Cioppa di prescrivere che la manifestazione debba tenersi in un’altra piazza stabilita dalla questura, assunta con l’obiettivo di dimostrare il rispetto per la libertà di manifestare, mira a mettere tra parentesi l’arbitrarietà di un dispositivo prefettizio che sa tanto di “stato di polizia”. Le autorità si riservano un potere discrezionale di cui non dovrebbero disporre.
Questa situazione è inaccettabile e serve una risposta ferma di tutto il mondo democratico. In ballo non ci sono solo le ragioni specifiche della manifestazione del 2 dicembre, indetta in occasione dello sciopero generale promosso dal sindacalismo di base con lo slogan “Giù le armi su i salari”. Il divieto è permanente e onnicomprensivo e colpisce il diritto di tutta la cittadinanza a manifestare sotto il Parlamento.
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