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L’Italia sempre più coinvolta nella guerra in Ucraina. I portuali chiamano alla mobilitazione

Dopo che il Parlamento con un voto bipartisan ha approvato la proroga per inviare ulteriori armamenti all’Ucraina,il governo italiano sta lavorando a un sesto pacchetto che prevede l’invio di un sistema antimissile Samp-T con componenti italiane e francesi. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a “Rainews”. “Stiamo lavorando per fare in modo che possa essere inviato in tempi rapidi. Se l’Ucraina non è in grado di difendersi rischia di diventare un territorio facilmente occupabile dalla Russia”, ha detto Tajani.

Ma intanto i missili anticarro “Milan” di fabbricazione italiana “catturati al nemico aiutano i difensori della Repubblica popolare di Donetsk a combattere i neonazisti ucraini”. Questo è quanto afferma l’ambasciata russa in Italia sugli armamenti già forniti all’Ucraina. “Almeno quest’arma è in buone mani. Nel frattempo, secondo i dati dell’Europol, molte armi della Nato, fornite al regime di Kiev, finiscono sul mercato nero e vengono rivendute alle organizzazioni criminali in Europa e altrove”, si legge nel messaggio pubblicato sul profilo Telegram dell’ambasciata con alcune foto allegate.

“I post pubblicati oggi sui profili social dell’ambasciata russa in Italia non fanno altro che riprendere vecchi fermo immagine di un video datato giugno 2022 e rappresentano solo l’ennesimo tentativo di proseguire nella propaganda contro il nostro Paese e contro il nostro appoggio alla resistenza del popolo ucraino”, ha replicato stizzito il ministro della Difesa, Guido Crosetto. “L’Italia ha finora mandato aiuti militari all’Ucraina con 5 decreti”, ha spiegato, affermando che “il contenuto di questi cinque decreti è stato secretato dal governo precedente, che ha predisposto e realizzato quei decreti” – ha affermato Crosetto – “Decreti a cui il governo in carica continua e continuerà a dare esecuzione in piena sintonia con il nostro Parlamento”.

Nonostante la forte contrarietà dell’opinione pubblica italiana all’invio delle armi e al coinvolgimento nella guerra in Ucraina, finora sia il governo Draghi  che il governo Meloni non hanno saltato “una rata” nel pagamento delle cambiali alla guerra per procura della Nato contro la Russia.

Fino ad oggi l’Italia ha inviato all’Ucraina armamenti come semoventi da 155mm Pzh-2000 e M109, cingolati M113, veicoli 4×4 Lince, missili anticarro Milan, mitragliatrici MG e M2, mortai da 120 mm con relative munizioni ma anche obici da 155 mm FH-70.

Secondo l’Osservatorio Milex le forniture militari italiane all’Ucraina sono state pari a 450 milioni di euro fino a dicembre.

Per mettere fine al coinvolgimento dell’Italia nella guerra in Ucraina, è stato lanciato nei giorni scorsi un appello dai portuali di Genova che hanno convocato per sabato 28 gennaio una assemblea nazionale al porto di Genova per discutere la convocazione di una manifestazione nazionale sabato 25 febbraio, primo anniversario della guerra.

Foto di Patrizia Cortellessa

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1 Commento


  • Giancarlo staffo

    A Sanremo contro la guerra mobilitazione artistica e creativa

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