Ieri c’è stato lo sciopero generale in Francia, proclamato da tutti i sindacati, contro Macron che vuol portare l’età della pensione a 64 anni.
Totale solidarietà e ammirazione per i lavoratori francesi in lotta, mentre da noi tutto il peggio passa nella complicità e nella passività politica e sindacale.
Come si sa, da noi è in vigore la “legge Fornero”, peggiore di quella che ora vogliono imporre in Francia, che da anni manda in pensione dopo i 67 anni di età.
Questa legge contro i lavoratori e contro i giovani è stata votata dal centrosinistra, da Berlusconi e dalla Meloni. Poi TUTTI i governi, al di là di qualche ritocco parziale e temporaneo, l’hanno mantenuta in vigore, dando all’Italia il triste primato della peggiore controriforma europea sulle pensioni.
E CGILCISLUIL non hanno mai proclamato le lotte che fanno i sindacati in Francia. Da noi si mobilita soltanto il sindacalismo di base, che è minoranza osteggiata e repressa dal sistema.
Per tutte queste ragioni i lavoratori italiani sono ormai in fondo a tutti quelli dei paesi ricchi, come salari, condizioni di lavoro, diritti sociali.
Sono trent’anni che il sistema opera per la schiavitù del lavoro e finché in Italia non rovesceremo tutti i tavoli del palazzo, mandando al diavolo tutti i reazionari ed i loro complici, servi e finti progressisti, il lavoro continuerà a sprofondare e ricchi e padroni a festeggiare.
Per questo la gioia per lo sciopero in Francia non può che unirsi alla rabbia per ciò che non avviene in Italia e all’impegno a metter assieme e mobilitare le forze per farlo finalmente avvenire.
Oggi in Francia domani in Italia, diamoci da fare.
P.S. La stampa italiana, al sessantesimo posto nel mondo per indipendenza e libertà, dello sciopero in Francia sta dicendo poco o nulla.
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Riccardo Brandoni
ma Cremaschi stesso ha fatto il sindacalista, dovrebbe proporre cosa fare invece di dire le cose che sappiamo