L’avvocato difensore di Alfredo Cospito, militante anarchico detenuto in regime di 41bis nel carcere Bancali di Sassari e per questo in sciopero della fame da 96 giorni, ha chiesto di trasferire “immediatamente” il suo assistito in un altro istituto penitenziario “dotato di centro clinico”.
L’istanza è stata indirizzato dall’avvocato Flavio Rossi Albertini al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al Provveditorato regionale sardo, al Garante nazionale dei detenuti e per conoscenza alla casa circondiariale di Sassari e al magistrato di Sorveglianza.
Le condizioni di salute di Cospito, scrive Rossi Albertini nella missiva, “stanno precipitando”, come comunicatogli dal medico che ha visitato l’anarchico, e nel penitenziario dove sta al 41 bis non troverebbe “alcuna possibilità di cura e/o intervento salvifico della vita” perché il Bancali “non ha un centro clinico“.
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Qui di seguito la nota con cui Radio Onda d’Urto ha commentato la diffida del Dap al medico di Cospito.
«Vietato parlare con Radio Onda d’Urto? Si tratta di un provvedimento gravissimo, un attacco che non riguarda solo la nostra emittente (che trasmette dal 1985 come testata giornalistica regolarmente iscritta al Tribunale di Brescia) ma più in generale la libertà di informazione e che denota un accanimento repressivo-carcerario contro il detenuto, di cui pare acclarato non si vogliano far conoscere le condizioni di salute sempre più critiche, unico oggetto delle interviste rilasciate dalla dottoressa Milia a Radio Onda d’Urto.
Evidentemente rompere il silenzio in cui rischia seriamente di morire Alfredo Cospito rappresenta qualcosa che…’vanifica le finalità del regime di cui all’ex art. 41 bis O.P.
Crediamo quindi che a preoccuparsi, e a reagire, dovrebbero essere tutti gli operatori e le operatrici dell’informazione di questo Paese. Quello che può essere o non essere detto a una specifica emittente radiofonica non lo può decidere l’Amministrazione Penitenziaria,
La stessa preoccupazione dovrebbe riguardare gli organi, nazionali e lombardi, di rappresentanza dei giornalisti, oltre che le forze politiche, dentro e fuori il Parlamento.
Nelle prossime ore capiremo quale sia la via migliore e più efficace per rispondere, in maniera larga, a quello che riteniamo essere un segnale decisamente preoccupante. Come sempre, nella storia ormai quasi quarantennale della nostra Radio, la risposta non potrà che essere collettiva.
In queste ore abbiamo comunque già ricevuto decine e decine di attestati di vicinanza e solidarietà: questo ci fa molto piacere. È chiaro però che serve ora una risposta dal responsabile ultimo del DAP, ossia il Ministro della Giustizia, on. Carlo Nordio».
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