Sabato molte piazze nelle città italiane sono state attraversata da una giornata di mobilitazione nazionale sulla questione “Uniti per il Reddito” dimostrando che c’è bisogno di costruire opposizione sociale in questo Paese, a partire dai diritti fondamentali e dalla garanzia di una vita dignitosa.
Le piazze di 25 città hanno visto la partecipazione di comitati territoriali contro l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, con cui è importante approfondire i rapporti; inquilini che faticano a pagare l’affitto, lavoratori e lavoratrici con salari che non permettono di sostenere i costi della vita sempre più alti, pensionati, migranti e studenti, con la partecipazione di organizzazioni giovanili come Cambiare Rotta e Osa ma anche di forze politiche, come Potere al Popolo, in alcune piazze hanno partecipato attivisti di base del Movimento 5 Stelle.
Non solo il Reddito di Cittadinanza non deve essere abolito, ma va ampliato come sostegno al reddito universale, slegato dalla condizionalità lavorativa, su base individuale. È necessario includere i soggetti esclusi dall’attuale misura, come i giovani sotto i 26 anni e i migranti senza cittadinanza, che vanno regolarizzati tramite una sanatoria immediata.
Il sostegno al reddito in questo paese serve, sia come contrasto alla povertà e alla mancanza di lavoro, troppo frequenti, sia come tutela dai salari troppo bassi che, soprattutto in alcuni settori, le aziende offrono.
La scelta del governo di una progressiva abolizione del RdC è innanzitutto una scelta politica: dare risorse pubbliche in mano alle aziende, alle grandi imprese multinazionali ed energivore, e non distribuirle alla popolazione sotto forma di aumenti salariali, reddito e investimenti nel welfare pubblico.
“Questa è la linea che attraversa la Legge di Bilancio da poco approvata, e a questa linea ci opporremo, insieme alle realtà che accettano questa battaglia” – afferma in una nota l’Usb – “Continueremo a sostenere la campagna e le iniziative in difesa del Reddito dunque, e oltre a questo tema esistono priorità che vanno messe al centro dell’attenzione. La necessità di aumentare le pensioni e i salari per fare fronte al carovita e di ricominciare a investire sul welfare a garanzia dei diritti sociali fondamentali: case popolari e riduzione degli affitti, sanità pubblica e gratuita, istruzione e trasporti pubblici.
Queste sono le priorità della popolazione, non finanziare privati o investire su una folle corsa agli armamenti in guerre figlie della fame di profitto.
Infine, il governo sostiene di voler creare posti di lavoro, una parte dei quali tramite il programma GOL, su cui sono investiti 4,4 miliardi del PNRR e dovrebbe coinvolgere 3 milioni di disoccupati.
Sarà importante vigilare sulla qualità delle proposte di lavoro, sia in termini di salario che di dignità delle mansioni e rispetto dei diritti, e dare battaglia se necessario perché queste condizioni vengano rispettate.
Siamo un Paese dove il lavoro sottopagato e sfruttato è fin troppo diffuso, se si vuole combattere disoccupazione e precarietà va creato lavoro stabile, ben retribuito e dignitoso.
Invitiamo tutti e tutte a rimanere informate sulle attività della campagna Uniti per il Reddito tramite la pagina Facebook e il canale Telegram.
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