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Il decreto contro i migranti arriva nelle aule parlamentari

Per oggi alle 12.00 sono previste le votazioni in sede di commissione Affari costituzionali al Senato sulle modifiche al cosiddetto decreto Cutro, il provvedimento sui flussi e la gestione dei migranti.

Il sub-emendamento presentato dalla maggioranza di governo restringe ulteriormente le maglie alla protezione speciale e poi ci sono i 21 emendamenti presentati dalla Lega. Al voto ci sono anche quasi 350 proposte di modifica da parte delle opposizioni.

L’intento del governo è ridurre fortemente il rinnovo della protezione speciale solo per sei mesi, con forti restrizioni ai permessi di soggiorno per calamità e a quelli concessi per cure mediche. La protezione speciale potrà essere rinnovata solo per 6 mesi e non si potrà più trasformare in permessi di lavoro.

Va da se che le restrizioni sulla concessione della protezione speciale in combinato disposto con lo stato d’emergenza sui migranti varato per sei mesi, è una via libera ad espulsioni massicce verso chi è riuscito a raggiungere le coste italiane.

Le votazioni in commissione Affari costituzionali sono in calendario a mezzogiorno, ma il tempo stringe perché il cosiddetto decreto Cutro, il provvedimento sui flussi e la gestione dei migranti varato nella cittadina calabrese all’indomani del naufragio costato la vita a oltre 90 migranti, è atteso in Aula tra martedì e mercoledì.

I sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Firenze hanno stilato un documento in cui fanno appello al governo a rivedere le misure varate nell’ultimo decreto migranti. “Non bisogna ragionare in ottica emergenziale ed è secondo noi sbagliato immaginare l’esclusione dei richiedenti asilo dal Sistema accoglienza integrazione (Sai), precludendo loro qualunque percorso di integrazione e una reale possibilità di inclusione ed emancipazione nelle nostre comunità. Non condividiamo la cancellazione della protezione speciale, misura presente in quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale – hanno sottolineato – mentre circa il 50 per cento dei migranti presenta vulnerabilità ed è in parte significativa costituito da nuclei familiari”.

Quattro regioni Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia, non hanno accettato il commissariamento delle proprie competenze da parte del governo in materia di gestione dei migranti.

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