Il Senato, con 92 voti favorevoli e 64 contrari, nessun astenuto, ha approvato il cosiddetto decreto Cutro, ossia il disegno di legge di conversione del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20 “recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”.
Il provvedimento era in prima lettura e quindi ora passa alla Camera.
Anche se riformulato per evitare l’incostituzionalità, l’emendamento approvato ha confermato la stretta sul rilascio della protezione speciale a chi non ha ottenuto la protezione internazionale ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Ridotta al lumicino la possibilità per chi ha ottenuto la protezione speciale di vedersela convertire in permessi di soggiorno per poter lavorare; stop anche per chi è nel nostro Paese a causa di gravi calamità e per cure mediche.
Il permesso di soggiorno poi verrà concesso non più per “grave” calamità ma per calamità “contingente ed eccezionale”, e si precisa che sarà rinnovabile (rispetto ai primi sei mesi) solo per ulteriori sei mesi e solo se permarranno le condizioni di “eccezionale” calamità. Si restringe inoltre la platea degli stranieri che non possono essere respinti o espulsi per motivi legati a gravi condizioni psicofisiche o patologiche.
Il Senato ha inoltre confermato il nuovo reato penale per i trafficanti di esseri umani, con carcere fino a 30 anni, quando “quale conseguenza non voluta” di modalità pericolose, inumane o degradanti, di trasporto e ingresso dei migranti, derivino morte, lesioni gravi e gravissime. Ma rispetto al testo originario c’è una modifica introdotta con un emendamento del centrodestra al dl Cutro, la quale puntualizza che il reato si configura con “qualunque” mezzo di trasporto utilizzato. Tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni che chiedevano di sopprimere l’articolo o modificarlo sono stati bocciati.
Confermata intanto la manifestazione nazionale a Roma del 28 aprile “Non sulla nostra pelle”. La piattaforma della manifestazione chiede la regolarizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori stranieri: la concessione della residenza anagrafica con la richiesta, dove necessaria, della residenza fittizia; l’accesso al servizio sanitario per tutti; il rispetto delle condizioni di lavoro con il riconoscimento delle giornate e delle ore lavorate e della sicurezza sul lavoro.
Oggi a Napoli invece ci sarà una manifestazione contro la conferenza nella quale figurano come ospiti sia il ministro Piantedosi che l’ex ministro Minniti, due responsabili delle peggiori politiche dei governi italiani contro gli immigrati.
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