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In Italia il deep state continua a produrre dossieraggi

Il Parlamento va in ferie e la politica cammina sulle uova, con grande cautela.

Motivo per cui lo scandalo sulle informazioni raccolte da un ufficiale della Guardia di Finanza sul ministro Crosetto – e non solo – appare immersa in una opportuna nebbia e affidata alla confortevole formula delle indagini affidate alla Procura di Perugia, la quale sta indagando su una presunta centrale di dossieraggio abusivo all’interno della Direzione nazionale antimafia.

Un ufficiale della Guardia di Finanza è sotto inchiesta per accesso abusivo al sistema informativo.

Ufficialmente tutto comincia da un esposto presentato dal ministro della Difesa, oggetto di alcuni articoli pubblicati nell’ottobre del 2022, alcuni giorni dopo la sua nomina come ministro della Difesa nel nuovo governo, quando il quotidiano Domani scriveva che Crosetto aveva ricevuto alcuni milioni di euro da Leonardo e Fincantieri e il giornale ipotizzava un conflitto di interessi.

I fatti sarebbero avvenuti quando Crosetto, in qualità di imprenditore, ricopriva l’incarico di presidente della Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD). Si tratta del settore in cui operano le due aziende, ma anche lo stesso Crosetto nel ruolo di ministro della Difesa.

Il giornale scriveva che: “Dai documenti letti da Domani, risulta che il ministro Crosetto dal 2018 al 2021 ha percepito solo da Leonardo 1,8 milioni di euro […] è certo che nel 2018 percepisca 432.000 euro tondi tondi […] nel 2019 […] Leonardo gli ha versato “solo” 177.000 euro, ma nel 2020 la cifra schizza: con un contratto non più da dipendente a tempo determinato ma da lavoratore autonomo, incassa ben 593.000 euro. Che salgono ancora, come visto, nel 2021, a 618.000 euro”.

Ma l’esposto di Crosetto ha smosso le acque facendo emergere anche altro, ossia che le indagini su Crosetto erano parte di accertamenti “d’ufficio” da parte della Guardia di Finanza in base alle SOS (Segnalazioni di Operazioni Sospette) inviate alla GdF e alla Direzione Nazionale Antimafia dalla Banca d’Italia. Di solito le SOS portano a indagini per sospetto riciclaggio.

Nel mirino finiscono le transazioni anomale che le banche e gli operatori finanziari hanno l’obbligo di comunicare all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia e che vengono trasmesse per legge alla Dna e al Nucleo Valutario della Gdf.

I controlli sul ministro sarebbero scaturiti da accertamenti anti-riciclaggio su due fratelli, considerati vicini a esponenti della ‘ndrangheta, con i quali Crosetto condivide le quote in tre diverse società che offrono servizi di bed and breakfast.

Il ministro Crosetto, con la sua denuncia, dopo la pubblicazione dei suoi rapporti economici con Leonardo, ha dato l’input alle indagini della Procura di Perugia. “Si tratta di notizie relative ad un’inchiesta in corso – ha scritto Crosetto sul Corriere della Sera – e trovo molto grave vederle pubblicate sui giornali”.

Gravità doppia, in questo caso, perché quei presunti dossieraggi avrebbero potuto mettere in difficoltà la nascita del governo Meloni ed è questa, secondo il ministro, la ragione di quella raccolta dati.

L’ufficiale della Guardia di Finanza finito sotto inchiesta, Pasquale Striano, lavorava fino a poco tempo fa nel Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf insieme ad altri due colleghi.

Il militare viene prima perquisito e poi ascoltato come testimone. Nega le irregolarità. Ma ammette che di solito le interrogazioni venivano effettuate dal suo computer in ufficio. E la pm scopre anche che sulla stampa sono finite soltanto alcune delle centinaia di richieste pervenute al database.

L’ipotesi della procura di Perugia, è che il maresciallo abbia interrogato il sistema informatico interno per scaricare atti riservati senza autorizzazione.

Il nuovo procuratore nazionale antimafia Melillo, ha riorganizzato le procedure interne, ma prima di questo qualsiasi funzionario della Guardia di Finanza aveva la possibilità di accedere alle banche dati senza procedure formali che certificassero le ragioni della ricerca.

E fino a pochi mesi fa non era necessario richiedere nulla osta per cercare i dati tra le segnalazioni di operazioni sospette o operazioni anomale che banche e operatori finanziari sono obbligati a comunicare all’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia e che vengono trasmesse per legge sia alla Dna, sia al Nucleo valutario della Guardia di Finanza.

Unica regola indicata è quella di cercare informazioni su temi relativi all’attività della Dna, dunque sulla criminalità organizzata e sul terrorismo, una estensione che dal 2015 ha consegnato questa enorme possibilità di indagine alla Dna diventata nel frattempo Dnaa (con l’aggiunta dell’antiterrorismo).

Da qui la pista che attraverso i due fratelli sospettati di fare affari con i clan, ha portato a Crosetto. Questo smentirebbe qualsiasi intento di dossieraggio mirato. ma rivela l’esistenza di un vero e proprio “grande fratello” in mano alla Guardia di Finanza e alla Dnaa in cui finiscono milioni di persone e dal quale “manine amiche” o funzionari corrotti hanno potuto o possono attingere e vendere informazioni.

Il fatto diventa clamoroso quando qualcuna di queste “ricerche” finisce sui giornali, ma pochi mettono in discussione l’esistenza stessa di questo immenso dossieraggio in mano alla GdF. Ancora meno hanno chiesto verifiche se i due fratelli in odore di n’drangheta e Crosetto hanno effettivamente qualche affare in comune.

Le Segnalazioni di Operazioni Sospette che pervengono dalla Banca d’Italia, sono però atti ‘riservati’ ma non ‘segreti’, che è poi la tesi dietro cui si è trincerato il governo nel caso della divulgazione di notizie da parte del sottosegretario Delmastro sul caso Cospito e la visita dei parlamentari del Pd nel carcere di Sassari.

Come nel caso di Delmastro sarà dunque difficile un processo all’ufficiale della Guardia di Finanza per una “non violazione” del segreto.

Resta però il problema vero: un deep state che fa del dossieraggio e del ricatto uno strumento permanente di ingerenza sulla vita politica ed economica del paese, incluso della politica estera.

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1 Commento


  • Al

    ottimo articolo

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