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Il pronto soccorso a pagamento nel paese che non c’è

Se qualcuno volesse cercare sulle mappe catastali Zingonia non la troverebbe. In realtà Zingonia è un non luogo con capannoni tutti uguali sparsi in tre comuni, una piazza, fontane tristi e spente, una chiesa ipogea.

La concepì Zingone, primo marito della poi signora Dini. Sì, proprio quello della prima controriforma pensionistica.

Zingone,l’eponimo che non c’è, voleva una città nuova, razionale, con strade larghe,a doppie corsie, pensava l’America tra Verdello e Verdellino.

Modestamente le diede il suo nome. Si sa che ad Alessandro il grande furono dedicate numerose città in tre continenti. A Zingone un paese che non è paese, diviso tra tre comuni.

Due anni fa addirittura, con un procedimento tanto infame quanto irrispettoso della proprietà privata, furono forzatamente demolite le torri Athena, due condomini monstre in degrado ma abitati da centinaia di persone con rimborsi che non ci acquistavi neanche un garage.

Insomma, Zingonia è un fallimento della modernità capitalistica anni Sessanta, uno di quegli scherzi che fa la vita.

Ma a Zingonia, che non esiste, c’è un ospedale. Il San Marco, gruppo San Donato, mica bruscolini. Il primo gruppo sanitario privato con Rotelli, Ligresti e confindustriali vari.

E cosa ti fa l’ospedale San Marco di Zingonia, paese che non c’è? Si inventa il pronto soccorso a pagamento, con tanto di salto della coda come il supplemento per bimbi viziati a Gardaland.

Però la verità è che un pronto soccorso è, per legge e diritto, universale nella sua fruizione, che deve garantire standard qualitativi, che è soggetto a convenzioni rigide, persino in una regione battistrada della privatizzazione della sanità quale è quella lombarda.

Un pronto soccorso non è mai un affare, costa tanto, basti pensare ad una neurochirurgia e alla terapia intensiva relativa. Se invece si vuole chiamare in altro modo un ambulatorio medico alternativo alle guardie mediche e alle case di comunità è tutto un altro discorso, perché è davvero qui il problema. Pagare denaro contro salute.

Poi se un padrone va a sbattere sul parabrezza mica lo portano al San Marco di Zingonia, ma al Papa Giovanni di Bergamo che una neurochirurgia ce l’ha ancora e speriamo per un bel pezzo.

Insomma, queste notizie ad alto contenuto ideologico sembrano più destinate a far introiettare la rassegnazione per la fine di un sistema sanitario universale, pur con i limiti che sappiamo, che davvero attrarre gonzi verso pronto soccorso farlocchi.

È tutta una questione di classe, non altro e intanto regione e stato disdicano le convenzioni con queste strutture visto che le finanziano.

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