Centinaia di lavoratori, precari e studenti hanno sfilato per le strade di Como, raccogliendo l’invito di USB a sfidare il gotha della finanza riunito nella cornice patinata del Forum di Cernobbio, dove viene debitamente omaggiato da rappresentanti del governo e dell’opposizione.
Mentre i potenti della terra riproponevano le medesime ricette fondate sul mantra della competitività, che hanno condotto il Paese nell’attuale drammatica condizione sociale, il vivace corteo denunciava gli effetti prodotti proprio dalla logica della competitività: la partecipazione del nostro Paese alla guerra in Ucraina, la continua erosione del potere di acquisto dei salari e l’inarrestabile strage di morti nei luoghi di lavoro.
Per agire indisturbati, dopo aver vietato lo svolgimento del corteo nei pressi del Forum Ambrosetti, oggi è stato persino impedito l’attracco di una imbarcazione a Cernobbio dalla quale esporre uno striscione che denunciasse le ricette riproposte al Forum.
Divieti assurdi e incostituzionali che ancora una volta dimostrano come la questione sociale si salda con l’emergenza democratica che attraversa in maniera preoccupante il nostro Paese.
A partire da questa consapevolezza l’USB si impegna a proseguire la battaglia per ribadire il no senza se e senza ma alla guerra, per rimettere al centro la questione salariale e la legge di iniziativa popolare per l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro, il cui primo passo da lunedì 4 settembre è la settimana di mobilitazione nazionale con tavoli per la raccolta delle firme nelle piazze e nei luoghi di lavoro.
L’imminente legge di bilancio sarà il prossimo banco di prova sul quale sfidare e proseguire lo scontro contro un governo palesemente schierato a favore di banche, finanza e grande impresa.
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