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Tre operai uccisi da un’esplosione. Il reato di l’omicidio sul lavoro è sempre più urgente

Non si ferma la strage di operai in Italia: ancora tre uccisi dal lavoro, stavolta in provincia di Chieti, a Casalbordino. Si è infatti verificata una violenta esplosione presso una ditta che si occupa di smaltimento e recupero di polvere da sparo, la Sabino Esplodenti: dalle prime notizie si apprende che tre lavoratori dell’azienda sono rimasti uccisi.

Nella stessa fabbrica nel 2020 avevano perso la vita altri tre operai.

USB e Rete Iside da tempo denunciano l’esistenza di una cultura padronale che vede nella salute e nella sicurezza dei lavoratori, come nelle misure per tutelarle, un costo da ridurre.

Si diffondono delle pratiche salva profitti, con spazi a rischio che non vengono delimitati, macchinari che vengono manomessi o dispositivi di protezione obsoleti o direttamente assenti: risparmiare sulla pelle di chi lavora fa alzare i profitti.

Se dinamiche simili si riscontrassero anche nelle cause dell’esplosione che ha ucciso tre operai alla Sabino Esplodenti sarebbe più che legittimo parlare, ancora una volta purtroppo, di omicidio sul lavoro.

Nel nostro Paese, infatti, è in corso una vera e propria strage che è costata la vita ad oltre 800 persone nel 2023.

USB e Rete Iside per questo hanno promosso, insieme ad altri soggetti, una legge di iniziativa popolare che introduce il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro: serve uno strumento di deterrenza, con un effetto immediato e pratico!

È possibile sostenere la legge di iniziativa popolare firmando ai banchetti o online: tutte le info su leggeomicidiosullavoro.it

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