Potere al popolo sarà in piazza a Roma, sabato, contro la violenza di genere, per l’autodeterminazione e la libertà di tutte le donne da ogni forma di oppressione!
Quanto avvenuto a Giulia non è un atto di follia, non è “cattiveria”. Quanto successo a Giulia è figlio di una violenza sistemica e strutturale, come ha avuto il coraggio di dire la sorella Elena: il femminicidio di Giulia, l’ennesimo, è patriarcato, è dominio di genere.
Contro le parole di Elena si è scatenato immediatamente il potere mediatico della destra: l’assassino è pazzo, era in preda “a una irrazionalità difficile da controllare”, etc.
Siamo in un paese dove solo nel 2022 ci sono stati 120 femminicidi, dove, secondo Istat, il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Un paese in cui le donne accedono al lavoro con una retribuzione minore, un inquadramento più basso a parità di formazione e una possibilità più alta di essere licenziate o “non rinnovate”. Un paese in cui il lavoro di cura, dei figli, degli anziani, dei malati, è considerato, dalla legge come dal senso comune, come un compito familiare e quindi esclusivamente femminile.
Viviamo immersi in un sistema economico di sfruttamento e in una cultura del dominio e del possesso che permea la storia della nostra società.
La battaglia per liberarsi da questi fardelli, la lotta delle donne per un’emancipazione piena e vera, lega la storia di Giulia e di tutte le altre donne ammazzate da mariti, partner, ex compagni, a quella delle donne di ogni latitudine.
Perché ovunque le donne subiscono un’oppressione materiale e simbolica, e ovunque si ribellano e si organizzano per resistere. Non possiamo non pensare a quanto stanno vivendo in queste settimane, milioni di donne palestinesi sotto il fuoco del colonialismo occidentale. È lo stesso sistema di potere, la stessa cerchia di privilegiati, ad essere responsabile delle politiche che materialmente impediscono alle donne di vivere liberamente come soggetti autonomi, qui in Italia come nelle altre latitudini del mondo.
Per questo il 25 novembre Potere al Popolo! scenderà in piazza, nella manifestazione nazionale di NON UNA DI MENO , rispondendo all’appello delle donne palestinesi, perché la lotta femminista è antisistemica e intersezionale o non è!
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Mara
Sono d’accordo che la violenza contro le donne sia strutturale e che non si svolga solo nell’ambito privato ossia familiare e rapporto tra individui ma che discende dal ruolo che le istituzioni la politica ha posto la donna cioè come oggetto consumistico nella società addetta alle funzioni di cura nell’ambito familiare e in situazione di inferiorità nell’ambito della maggioranza delle situazioni lavorative marcate dal fatto di essere meno retribuite rispetto all’uomo. Per questo ritengo che le organizzazioni Femministe debbano far sentire di più la propria voce e mobilitarsi per la rivendicazione dei propri diritti verso le istituzioni nell’ambito del lavoro e in quello delle discriminazioni sociali poiché sono queste discriminazioni che ponendole in una situazione di inferiorità legittima o è incoraggiano certi comportamenti estremi da parte degli uomini