Da qualche mese la giunta del sindaco Sala ha confermato e irrigidito la svolta securitaria imposta al governo della città. Segno di tale volontà è stata, in ottobre, la nomina dell’ex capo della Polizia Franco Gabrielli a delegato della sicurezza per il Comune.
Tale nomina è stata espressione della volontà della giunta di inseguire la politica della destra in materia di sicurezza, che dipinge Milano come una città particolarmente pericolosa, caratterizzata da alti tassi di delinquenza.
I dati diffusi dalla Questura smentiscono questa immagine, delineando il calo dei reati gravi, ma poco importa. La politica dello spargere paura, diffidenza e isterismo contro quei reati di microcriminalità (o semplicemente schiamazzi e violazioni di regolamenti), tipici di tutte le grandi città, resta lo sport preferito della destra a cui si accoda la giunta Sala.
Di questo atteggiamento è rivelatrice la decisione presa dal Comune di Milano proprio su iniziativa di Gabrielli: dotare la Polizia Municipale del micidiale taser, la pistola che attraverso scosse elettriche molto dolorose immobilizza chi, a detta degli agenti, potrebbe essere pericoloso.
In realtà, la delibera per equipaggiare la polizia locale di taser è dell’aprile 2022 – Il ghisa è morto, arriva il taser – ma la giunta non aveva sinora dato seguito a tale decisione del Consiglio comunale.
Questo per il grande imbarazzo che aveva provocato la spaccatura della maggioranza, una parte significativa della quale aveva votato una mozione della leghista Silvia Sardone volta a introdurre il taser tra le armi della polizia locale.
Il taser viene descritto come un’alternativa più sbrigativa al manganello, ma è in realtà estremamente pericoloso. Negli USA, dove è impiegato da anni, ha provocato diversi morti. Inoltre, la sua pericolosità si accresce in situazioni specifiche quali quelle a cui la polizia locale potrebbe trovarsi a far fronte, cioè irrequietezze e intemperanze dovute all’uso di alcool o droghe o anche semplicemente persone vittime di disagio psichico.
Infine, se usato ripetutamente contro una persona, oltre al pericolo di ucciderla, può diventare una tortura per il dolore che provoca. Proprio per queste ragioni anche Amnesty International ha espresso serie preoccupazioni sull’impiego del taser.
A tutto questo si deve aggiungere che la progressiva ma fondamentale mutazione dei vecchi vigili urbani in “polizia locale” ha trasformato gli agenti in personaggi che evocano i film d’azione americani, armati di grosse pistole, manganelli, spray urticanti e manette tenute bene in vista.
Il tutto associato a una formazione al servizio assai inquietante, stando a diversi episodi avvenuti in città negli ultimi mesi. Tra questi ultimi, il pestaggio con venature razziste di una donna transessuale brasiliana accusata di essersi spogliata davanti a una scuola, ma avvenuto ore dopo il presunto fatto (mai verificatosi) e a chilometri di distanza da quell’istituto (Il pestaggio di Milano viene da lontano).
Per quel pestaggio la magistratura ha, proprio in questi giorni, rinviato a giudizio cinque agenti della polizia locale accusati di lesioni aggravate e falso in atto pubblico. Come si vede, nulla a che vedere con le funzioni di prevenzione, assistenza di vicinato e controllo dei regolamenti civici che dovrebbe caratterizzare la polizia locale.
Volendo allargare l’orizzonte della discussione non si può non mettere in discussione l’uso del termine “sicurezza” che fa la giunta Sala, che con esso si riferisce soltanto alla microcriminalità o agli esiti del disagio sociale contro cui nulla fa.
Infatti, tutto questo avviene in una città in cui di sicuro non c’è il bene primario per tutti – la casa – che a Milano è un miraggio per le classi popolari e dove invece vige la speculazione più brutale, dove dilagano gli affitti in nero e le locazioni a breve termine sono incontrollate.
Dove un temporale è in grado di interrompere le attività cittadine a causa di esondazioni a cui da anni non si pone rimedio. Ancora, una città dove è notizia tragicamente abituale la morte di ciclisti e di pedoni, a causa del traffico mal gestito (e la polizia locale dovrebbe servire a controllarlo).
L’elenco delle insicurezze reali di Milano potrebbe continuare terminando naturalmente con la presenza del taser in mani che hanno già dimostrato di essere inaffidabili.
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