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Se il “Giorno della Memoria” si trasforma nel “giorno dell’oblio”

Stamane, tra stampa e tg, è un profluvio di titoli sull’uccisione di 24 soldati israeliani, in qualche caso, con contrappunto della solita automatica rappresaglia israeliana che, immediatamente dopo, avrebbe ucciso 100 miliziani di Hamas (che non si perda mai il rapporto di 1 a 5, 1 a 10, 1 a 100 e via dicendo). 

Sia chiaro: io non ho mai esultato per la morte di nessuno. Ma si dà il caso che quei “poveri soldati israeliani” sono stati beccati da un razzo di Hamas mentre stavano minando delle abitazioni palestinesi, tra un massacro e l’altro di inermi civili.

Come la mettono i nostrani filo-israeliani ad oltranza con il diritto a resistere di un popolo aggredito da forze di occupazione militari che compiono crimini di guerra tutti i giorni, 24 ore su 24, da più di tre mesi? Ma davvero credono di poter continuare a confondere il “diritto alla difesa di Israele” con lo sterminio della popolazione di Gaza, peraltro, apertamente rivendicato da parte dei governanti israeliani?

Lo sanno – o fanno finta di ignorare – che, a Gaza, sono stati superati i 25mila morti e che, secondo l’ONU, il 70% delle vittime è donna o minore? Non hanno nulla da dire sull’accusa di genocidio che pende contro Israele in un procedimento aperto presso la Corte penale internazionale dell’Aia (il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite)?

A quanti morti si supera la soglia dell’indignazione? E quella della vergogna? Perché non viene detta una sola parola di condanna contro l’immane massacro di civili palestinesi da parte della comunità ebraica presente in Italia che invece continua a tacciare di “antisemitismo” chiunque protesti per i reiterati orrori che si stanno perpetrando a Gaza? Che anche la Corte penale internazionale dell’Aia sia una base di Hamas?

 

E per tornare all’uccisione dei 24 soldati israeliani, mettiamola su questo piano: cosa credono che sia successo a Roma, in via Rasella il 23 marzo del 1944? Che sia stata davvero colpita “una banda musicale di semi pensionati” come disse, con insuperabile sprezzo del ridicolo, la seconda carica dello “Stato” con il busto del duce in casa? Che, forse, la “causa della strage delle fosse Ardeatine” sia davvero ascrivibile ai partigiani che compirono l’attentato alle truppe tedesche?

E poi, non li turba nemmeno un po’ questa inaspettata sintonia con i neofascisti al governo i quali, prima di arrivare ai palazzi del potere, urlavano di continuo al complotto giudaico-massonico internazionale e contro l’“ebreo Soros” nonché “regista e finanziatore” della “sostituzione etnica” dei “veri italiani” (chiedere a Vannacci)?

Eppure numerosissime comunità ebraiche di tutto il mondo sono al centro delle proteste più radicali contro il genocidio in atto a Gaza che, non a caso, è voluto ed attuato da un partito – il Likud – le cui radici sono “strettamente affini nella sua organizzazione, metodi, filosofia politica e attrattiva sociale ai partiti nazista e fascista“[1].

Certo che la confusione è tanta ed il senso del prossimo “giorno della memoria”, questa volta, rischia davvero di essere capovolto nel “giorno dell’oblio”.

[1]Albert Einstein e Hannah Arendt, Lettera al New York Times – Einstein e Arendt sulle radici fasciste del Likud”urly.it/3zqwv

(I disegni sono di Carlos Latuff/@LatuffCartoons)

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