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La Von der Leyen evoca la guerra alla Russia, la Germania la prevede

Come una pietra che rotola, in Europa dilagano gli apprendisti stregoni sulla guerra.

Dal Parlamento europeo al Reichstag alcuni leader sembrano aver imboccato la strada dell’escalation bellica contro la Russia come un treno senza freni. A peggiorare le cose ci sono poi le notizie che vengono dalla Transnistria e dalla Bielorussia.

Due giorni fa è stato Macròn ad evocare l’ipotesi di mettere sul campo in Ucraina dei soldati dei paesi della Nato suscitando, per fortuna, scarsi entusiasmi.

Ieri in un discorso al Parlamento europeo di Strasburgo, che somiglia de facto ad una dichiarazione di guerra, la Von der Leyen ha dichiarato che “una guerra in seno all’Europa non è imminente, ma non è neppure impossibile”.

I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma bisogna prepararsi, ha affermato la presidente della Commissione europea, capofila dei guerrafondai nella Ue “E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruirerifornire modernizzare le forze armate degli Stati membri. L’Europa dovrebbe sforzarsi di sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative vincenti. E di garantire che disponga della quantità sufficiente di materiale bellico e della superiorità tecnologica di cui potremmo aver bisogno in futuro. Il che significa potenziare la nostra capacità industriale di difesa nei prossimi cinque anni”, ha chiarito la von der Leyen.

A rendere più gravide di conseguenze le sue dichiarazioni belliciste, la presidente della Commissione Europea ha avanzato l’idea di finanziare gli acquisti e la produzione comune di armamenti europei con i fondi sequestrati alla Russia.

A Berlino intanto il governo tedesco ha elaborato un piano in quattro fasi in cui descrive come si svolgerebbe un attacco della Russia “contro la Nato e la Germania. A riferirlo è il quotidiano Bild”, il quale afferma di aver visionato il documento preparato per il Bundestag dall’esecutivo federale a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

Pochi giorni fa era stato il Capo di Stato Maggiore della Bundeswher, Carsten Breuer, a dichiarare che entro cinque anni la Germania deve prepararsi alla guerra contro la Russia.

Il “Bild” scrive che il piano denominato “Analisi del rischio per la protezione civile”, l’attacco russo contro l’ex repubblica sovietica viene descritto come “un cambiamento fondamentale nella situazione della sicurezza per tutta l’Europa”. Come Paese al centro del continente, la Germania è esposta a potenziali avversari. In questo scenario, un’azione offensiva di “un aggressore” contro il territorio della Nato e quello tedesco diviene “plausibile”.

Il documento ufficiale tedesco prevede una prima fase, in cui l’attaccante (la Russia ndr) attuerebbe campagne di disinformazione, soprattutto nei media e sui social network” allo scopo di “di dividere la popolazione, destabilizzare la società e minare la fiducia nella liberaldemocrazia”. Allo stesso tempo, potrebbero verificarsi attacchi informatici contro “computer e Internet”, nonché sabotaggi e attentati contro le “infrastrutture critiche”. Le operazioni verrebbero svolte “principalmente in segreto, affinché le singole azioni non vengano attribuite in maniera inequivocabile ad attori statali o che agiscono per conto dello Stato”.

Nella seconda fase, truppe dell’aggressore, che “Bild” identifica nella Russia, manovrano ai confini della Nato, con l’Alleanza atlantica che reagisce inviando reparti sul proprio fianco orientale come deterrenza. Dal territorio interessato, iniziano a fuggire i primi residenti, mentre l’attaccante moltiplica le attività di spionaggio e sabotaggio, gli attacchi informatici e di altro genere al fine di ritardare i movimenti delle truppe della Nato. L’aggressore colpisce anche nello spazio, disattivando i satelliti del nemico.

In Germania, vengono poi attaccate strutture logistiche nei principali centri urbani come aziende chimiche, impianti idrici e centrali nucleari. In questa fase, l’aggressore potrebbe impiegare armi chimiche. Successivamente, attacchi selettivi colpirebbero obiettivi anche in Germania con armamenti convenzionali e mezzi non convenzionali. Nello spazio, numerosi satelliti verrebbero disturbati o distrutti.

La quarta fase prevede uno scenario di guerra con lo sfondamento della “Russia” nel territorio della Nato fino in Germania, dove i combattimenti si svolgerebbero “per terra, mare e aria”. Nello spazio, ha luogo per la prima volta “un conflitto su scala globale”. Durante la guerra, la Russia potrebbe impiegare armi chimiche e batteriologiche, nonché missili nucleari e bombe a impulso elettromagnetico. In particolare, come evidenzia il governo tedesco, “eventi reali negli ultimi anni” hanno dimostrato che la Russia è pronta a impiegare armi chimiche. Secondo l’esecutivo federale, infine, “è possibile osservare un aumento delle minacce con armi nucleari da parte del Cremlino”.

Mentre a Bruxelles e Berlino si evocano piani e scenari di guerra con la Russia, sul campo il conflitto rischia di estendersi ad altri teatri di prossimità, in primo luogo la Transnistria e la Moldavia.

I rappresentanti della repubblica indipendente della Transnistria sono riuniti ieri per una sessione straordinaria del Congresso. Nei giorni scorsi si era diffusa la voce che «molto probabilmente», alla vigilia del discorso di Putin sullo stato della nazione, all’Assemblea federale, i ‘deputatì della Transnistria avrebbero chiesto di poter aderire alla Federazione Russa. Al momento la richiesta è più contenuta e sarebbe quella di chiedere “protezione alla Russia”.

Più a nord invece, secondo il giornale statunitense Politico un gruppo di fuoriusciti bielorussi denominato BYPOL  e che opera dalla Polonia, avrebbe addestrato ufficiali e sabotato attivamente la Russia nella guerra contro l’Ucraina, il tutto in preparazione di un fantomatico colpo di Stato a Minsk contro Lukaschenko. “Abbiamo elaborato un piano e lo metteremo in atto al momento giusto”, ha detto l’ex ufficiale bielorusso Aliaksandr Azarau ai media belgi VRT.

A detta di Azarau, per garantire la sconfitta del presidente russo Vladimir Putin in Ucraina è necessario indebolire il governo guidato da Lukashenko. “Senza Putin non c’è Lukashenko”, ha detto. “Se l’Ucraina riesce a lanciare un’offensiva di successo, Putin non avrà più tempo per la Bielorussia”.

Al momento le sparate di Macròn sembrano essere state stoppate mentre si registra troppa indulgenza sia verso i fomenti della Von der Leyen che verso la militarizzazione dell’economia tedesca.

I peggiori scenari da incubo si stanno palesando sotto i nostri occhi e proprio nel cuore dell’Europa. E’ un treno in corsa che va fermato, con ogni mezzo necessario.

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8 Commenti


  • Vannini Andrea

    …con ogni mezzo necessario…


  • Mara

    Sembrano tori contro la muleta


  • Mara

    I burocrati europei a forza di dirsi tra loro di tutto di più ma nulla che sia veramente razionale finiscono per crederci e convincersene. Purtroppo sono in condizione di fare molto danno.


  • roberto maffi

    E’ una farsa adottata in funzione delle pressioni americane, e per stare a vedere quali siano le rezioni dell’opinione pubblica interna di ogni paese della UE. Con un aumento delle spese militari dello 0,25% del pil non sono in grado di competere militarmente nemmeno contro uno solo dei paesi dei BRICS, perchè è inutile nascondercelo, questa è una guerra tra poli opposti, occidente contro BRICS. Un guerra strana, fatta di guerre combattute, e di guerre commerciali ed economiche.


  • STEFANO MARATTA

    la borderalien fa onore al suo nome, mai conosciuto oiltico più cretino!!!!!!!!!


  • Heidrek

    Chiedo scusa se il mio commento sembrerà cinico a qualcuno ma è animato solo e unicamente dal realismo politico, nonché da un disperato desiderio di pace.

    L’evocazione di interventi europei o NATO in Ucraina è probabilmente solo una boutade strategica, preoccupa però che nessuno dei giocatori di questa mano abbia l’esperienza, gli assi nella mano -e la credibilità- di Kissinger, Brzezinsky, Reagan etc., in altre parole, di quelli che giocarono prima di loro la partita delle potenze con il blocco orientale. Ad essere anche più inquietante è la convinzione di questi attori di poter combattere e vincere una guerra mondiale: come se avessero tutti dimenticato l’unica, grande lezione della guerra fredda.
    L’orizzonte su cui puntare gli occhi ora è la tenuta dell’esercito ucraino, che corre il rischio di collassare come quelli francese e italiano nel 1917: se il fronte dovesse crollare, con conseguente dilagamento incontrollato delle forze russe (e l’attuale inerzia conduce dritta a questo scenario), i governi occidentali avrebbero ormai speso troppa credibilità e consenso per lasciare l’Ucraina in balia del suo destino: è quindi possibilissimo che la risposta sia un intervento diretto e ufficiale in Ucraina di truppe di un paese NATO (Polonia e/o paesi baltici), che ci condurrebbe dritti alla terza guerra mondiale.
    Le “speranze” in questo momento sono due: che il congresso americano sblocchi una quantità di aiuti militari sufficiente a permettere all’esercito ucraino di difendere le sue posizioni almeno per un altro anno, e che alle prossime tornate elettorali (parlamento europeo, USA) emergano forze politiche animate dalla volontà di disinnescare il conflitto.
    Il voto in questa fase è essenziale ed è l’unica vera arma rimasta ai cittadini che non vogliono finire stritolati dalla logica di potenza. Al parlamento europeo si devono votare, anche turandosi il naso se necessario, quei partiti che si sono opposti chiaramente e inequivocabilmente al sostegno militare all’Ucraina, e in tempi non sospetti. Alle presidenziali USA, in assenza di una reale e credibile opposizione alla pericolosa linea tenuta dall’ala liberale dei democratici, ci si deve purtroppo augurare una seconda vittoria di Donald Trump: uno stupido beota, che tuttavia potrebbe portare a un ristagno se non a una contrazione della politica internazionale statunitense, sospendendo de facto il sostegno ruspante fornito in questi due anni alla causa ucraina e raffreddando tutta la coalizione occidentale, che si troverebbe giocoforza costretta ad un compromesso con la Russia di Putin. Nella speranza che, negli anni a venire, tanto in Ucraina quanto in Russia emergano cambiamenti politici tali da condurre gradualmente a una risoluzione del conflitto.



  • Walter Gaggero

    tutti questi Europei che vogliono vendere la pelle dell’ orso , senza averlo preso.

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