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Zaia candidato al Coni. Si allungano le mani della destra sullo sport

Finita l’avventura olimpica, per i vertici dello sport italiano è tempo di guardare al futuro. Il prossimo anno infatti scade il mandato di Giovanni Malagò, da 12 anni presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), la massima istituzione pubblica per il governo dello sport. 

Nel totonomi per la successione, l’ultima suggestione riguarda l’attuale presidente della Regione Veneto Luca Zaia, leghista esponente di peso della linea “territorial-nordista” nella Lega a carattere nazionale di Matteo Salvini. 

Il futuro di Zaia 

Ormai sono candidato a tutto”, minimizza Zaia, che vede aumentare le indiscrezioni riguardo il suo futuro politico all’interno del partito, dove Salvini sembra non aver ancora vinto la battaglia contro i più-europeisti a là Giorgetti o i più-nordisti a là Zaia, scatenata dalle brutte acque in cui naviga la Lega del post-Papeete. 

L’indiscrezione si immette in uno scenario in cui negli ultimi anni la destra di governo sta, passo dopo passo, allungando sempre di più le mani sulle leve di comando e di gestione dello sport italiano. 

Sport e Salute S.p.A. come strumento di governo 

Già con la legge di bilancio del 2019, varata dall’ora governo giallo-verde Conte I, la società “Coni Servizi S.p.A.” con socio unico il Mef veniva rinominata in “Sport e Salute S.p.A.”. 

Al cambio nome corrispondeva un ampliamento delle competenze (soldi), diventando così lo strumento operativo tramite cui il governo poteva intervenire in materia sportiva.  

Oggi, “Sport e Salute” gestisce il 90% del finanziamento pubblico del settore, circa 370 milioni annui, mentre al Coni rimangono in dote i restanti 40 milioni necessari per la preparazione delle spedizioni azzurre alle olimpiadi. 

Gli interessi del Gruppo Mezzaroma 

Il presidente di “Sport e Salute” è Marco Mezzaroma, avvocato perfezionatosi alla Luiss, cugino di Massimo Mezzaroma e parte del gruppo omonimo (fondato da Pietro Mezzaroma, papà di Massimo), uno dei più importanti gruppi costruttori romani, o palazzinari come si dice in città, che si sono arricchiti con la “produzione indiscriminata di quartieri”, il vero motore economico per il capitale nella capitale e la vera ragione del fallimentare sviluppo urbano di Roma

Inoltre, Marco è l’ex marito Mara Carfagna (ex Forza Italia passata ad Azione), mentre la sorella Cristina Mezzaroma è la moglie di Claudio Lotito (di cui Berlusconi fu testimone di nozze), attuale presidente della Lazio e coordinatore di Forza Italia in Molise, nonché ex patron della Salernitana in condivisione proprio con Marco Mezzaroma. 

Fedelissimo di Giorgia Meloni, ultimamente il nome di Marco Mezzaroma è salito alle cronache per aver gestito proprio tramite “Sport e Salute” 9 milioni di euro stanziati dal governo per la riqualificazione di Caivano. 

Il “decreto sport” del Ministro Abodi 

Negli ultimi mesi invece l’attenzione del governo è stata rivolta verso il mondo del calcio, con due linee di intervento volte a sottrarre terreno alla tradizionale autonomia della Federazione italiana giuoco calcio (Figc), presieduta da Gabriele Gravina (vicepresidente anche dell’Uefa), in favore di un maggior controllo da parte dell’esecutivo. 

Da una parte, il “decreto sport” del Ministro Andrea Abodi (Fratelli d’Italia) prevedeva la creazione di un’Autorità facente capo al governo per la sorveglianza sui conti delle società professionistiche che rimpiazzasse la Covisoc, ossia l’autorità della Figc deputata a questo controllo.  

Dall’altra, il famigerato emendamento Mulè (Forza Italia), presente all’interno dello stesso decreto e sponsorizzato da Lotito, mirava ad autonomizzare la Lega Serie A dalla Figc sul modello ricco quanto classista della Premier League. L’emendamento è stato poi stravolto a seguito delle minacce ricevute dall’Uefa, preoccupata dalla perdita di controllo sul calcio italiano. 

Il poco panem e i tanti circenses del governo Meloni 

Indipendentemente da come andrà a finire la partita del Coni, come già scritto su questo giornale, pare proprio che il governo Meloni, ossequioso nel togliere il panem a chi abita nel nostro Paese, sembri molto interessato al controllo dei circenses in funzione di arma di distrazione di massa. 

Repressione e distrazione emergono come i due strumenti tramite cui il governo si prepara a far passare il gire di vite che verrà imposto dall’Ue alle tasche dei cittadini con la prossima legge di bilancio. 

Quanto la popolazione si accontenterà dei “giochi” in sostituzione del “pane”, lo scopriremo nel prossimo futuro. 

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