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Emergono dettagli sullo strano affondamento dello yacht del magnate britannico Linch

L’affondamento dello yacht del magnate britannico Mike Lynch comincia a evidenziare alcuni dettagli che alimentano seri sospetti sui contorni della morte sua, del boss della Morgan Stanley, Johnatan Bloomer, del loro avvocato di fiducia e delle rispettive mogli nelle acque di Porticello a Palermo. Non è certo un dettaglio che ben sei agenti speciali britannici si siano precipitati sul posto per capire – o per coprire? – quello che è accaduto.

In primo luogo c’è la morte, appena quattro giorni fa, del numero due dell’azienda di Lynch, Stephen Chamberlain, investito mentre faceva jogging a Stretham, in Gran Bretagna. Chamberlain lavorava come direttore operativo per la società di sicurezza informatica Darktrace, legata al magnate Lynch.

In secondo luogo Lynch era uno squalo della finanza soprattutto nel settore sensibilissimo della cybersicurezza e dunque anche della cyberwar. E in questo settore i punti di contatto con il mondo dell’intelligence e del lavoro sporco sono innumerevoli.

Riproduciamo qui di seguito una inchiesta pubblicata dall’Agenzia Nova che evidenzia i rapporti di Linch con il mondo dei servizi segreti e in particolare con quelli israeliani.

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Darktrace, l’azienda dell’imprenditore Mike Lynch ha rapporti stretti con l’intelligence israeliana

da Agenzia Nova del 21 agosto

Darktrace, azienda di sicurezza informatica fondata dal magnate britannico Mike Lynch – una delle sei persone disperse nel naufragio avvenuto ieri a Porticello, nei pressi di Palermo – ha rapporti consolidati con l’intelligence israeliana. Darktrace è ben nota ai servizi segreti internazionali, italiani compresi, ma ha stretti rapporti, in particolare, con quelli israeliani che, secondo una fonte interpellata da “Agenzia Nova”, hanno utilizzato i sistemi dell’azienda britannica per individuare alcuni dei massimi dirigenti di Hamas.

Lynch, noto anche come il “Bill Gates britannico”, ha avuto un ruolo importante nella nascita di Darktrace. La società, infatti, è stata fondata nel 2013 a Cambridge, da matematici ed esperti di difesa informatica di Invoke Capital, altra impresa di proprietà proprio di Lynch.

Nell’aprile 2021, Darktrace è stata quotata alla Borsa di Londra con un valore di mercato di circa 2,5 miliardi di sterline (2,9 miliardi di euro al tasso di cambio attuale), a dimostrazione di come l’azienda sia rapidamente diventata leader mondiale nell’intelligenza artificiale per la cyber security.

Darktrace basa la sua fortuna su una tecnologia di IA cosiddetta “self learning”, ovvero con capacità di autoapprendimento che consente di avere una visione completa dell’infrastruttura di un’azienda e, di conseguenza, proteggerla autonomamente da minacce cyber di efficacia avanzata.

Una competenza che non è passata inosservata ai principali servizi d’intelligence globali, in particolare quelli israeliani da sempre fra i più attenti e specializzati nel comparto della cyber sicurezza

L’estate scorsa Darktrace aveva presentato sul mercato Heal, il suo nuovo strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale per facilitare la fase cosiddetta di “incident response”, ovvero la capacità di rilevare e gestire gli attacchi informatici in modo da ridurre al minimo i danni, i tempi di recupero e i costi totali.

Lo scorso primo marzo l’azienda ha annunciato la nascita di Darktrace Federal, una nuova divisione al servizio del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, della comunità di intelligence, delle agenzie civili federali e delle infrastrutture critiche nazionali per rafforzare le loro capacità di proteggersi dagli attacchi cyber.

In Darktrace Federal lavorano esperti in materia di sicurezza ed ex membri dell’intelligence statunitense che hanno guidato le operazioni informatiche presso la Cia e fornito assistenza all’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) e al Pentagono. Un annuncio che non sorprende, ma che anzi conferma la stretta vicinanza fra l’azienda fondata da Lynch e la comunità internazionale dell’intelligence.

È notizia dello scorso 26 aprile, invece, l’acquisizione di Darktrace da parte del fondo d’investimento statunitense Thoma Bravo per 5,32 miliardi di dollari. La trattativa era iniziata nel 2022 ma aveva subito una battuta d’arresto a causa di una serie di difficoltà nei negoziati fra le dirigenze delle due aziende. Thoma Bravo ha visto l’acquisizione come un’opportunità per rafforzare la propria esposizione nel mercato della sicurezza informatica: d’altronde, il fondo Usa possiede già diverse aziende che operano nel comparto, come Sophos, Proofpoint, Ping Identity e SailPoint.

Per Darktrace, invece, l’acquisizione potrebbe rappresentare un’opportunità di crescita e innovazione: un’operazione “win-win” come si dice in questi casi. Non sempre, tuttavia, sono filati lisci i rapporti fra le società legate a Lynch e gli Stati Uniti. L’imprenditore britannico, infatti, lo scorso giugno era stato scagionato – non senza sorprese – da un tribunale di San Francisco dalle accuse di frode e falso in bilancio presentate da Hewlett Packard. Lynch, infatti, aveva venduto al colosso statunitense del settore high tech, Autonomy, altra società informatica da lui fondata ma era stato accusato di aver gonfiato il valore della società prima della transazione.

Una vicenda che durava da ben 13 anni, quella del contenzioso fra Lynch ed Hewlett Packard che, tuttavia, si era conclusa nel migliore dei modi per l’imprenditore britannico che in questi giorni si stava godendo una vacanza con la famiglia in Italia. La vacanza, però, ha assunto toni decisamente drammatici in seguito del naufragio in Sicilia dello yacht che ospitava, complessivamente, 22 persone.

Una vicenda con molti punti da chiarire, quella relativa al naufragio del Bayesian, lo yacht di proprietà della moglie di Lynch, Angela Bacares. Dopo aver costeggiato Cefalù, il capitano dello yacht aveva gettato l’ancora a circa 300 metri da Porticello, un’area investita da una violenta tromba d’aria nella notte fra domenica e lunedì. Le 15 persone tratte in salvo hanno riferito che il Bayesian si sarebbe ribaltato molto rapidamente e sarebbe affondato in un lasso di tempo decisamente breve che ha lasciato pochi margini di reazione alle persone a bordo.

Al momento è stato escluso che lo yacht abbia urtato un ostacolo, soprattutto per l’assenza di danni visibili allo scafo, rinvenuto a una profondità di una cinquantina di metri. Curioso, d’altronde, è il fatto che il veliero olandese ancorato a pochissima distanza dal Bayesan, ed i cui occupanti hanno prestato i primi soccorsi ai naufraghi, non abbia subito alcun danno dalla tempesta. Per ora, quindi, si sospetta un possibile cedimento strutturale visto che l’albero è stato trovato spezzato.

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