Menu

La “partita doppia” delle elezioni in Liguria

Le elezioni regionali in Liguria si terranno il 27 e 28 ottobre. Si tratta di elezioni anticipate dovute alle dimissioni di Giovanni Toti da governatore della regione, il 26 luglio scorso, dopo 80 giorni di arresti domiciliari.

L’annuncio della creazione di un lista unitaria “PER L’ALTERNATIVA” con Nicola Rollando come candidato governatore, sostenuta da Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano è un ottima notizia.

I sostenitori della lista, in un lasso di tempo piuttosto breve dovranno raccogliere le firme necessarie, ma è chiaro che, non solo nel nome, questa lista è l’unica alternativa in grado di rompere con la logica dell’alternanza e con un bipolarismo che nulla hanno portato alle classi popolari in regione.

Nicola Rollando, agricoltore ed allevatore, attivista di Potere al Popolo, è stato candidato per Unione Popolare come sindaco di Sestri Levante nelle precedenti elezioni comunali in cui ha preso oltre il 5%.

É una storica figura della sinistra di classe del Tigullio con una lunga militanza alle spalle ed è conosciuto – oltre che per la passione politica – per la sua attività artistica di eccellente musicista e per l’amore per il ciclismo.

Rollando è un militante ecologista di lunga data che conosce a menadito la regione, in special modo quei territori dell’entroterra che sono stati abbandonati a loro stessi a causa dell’ “overtourism”, così come quei mestieri che un modello di sviluppo pervasivo sta annichilendo. Sempre presente alle mobilitazioni contro la guerra ha sempre fatto dell’internazionalismo la propria bandiera, senza mai indietreggiare di fronte all’appoggio dei popoli oppressi come quello palestinese.

Tra un ex ministro di Draghi ed un sindaco manager, i liguri hanno la possibilità di scegliere un profilo molto differente e di dare fiducia ad una lista animata dal desiderio di dare una reale alternativa alla porcilaia politica che abbiamo visto prosperare prima con Burlando e poi con Toti.

Lo scandalo di cui Toti era protagonista aveva fatto emergere il marcio della governance del “sistema Liguria” e l’aveva portato – ai primi di maggio – agli arresti domiciliari.

Da allora la politica ligure è in subbuglio con una evidente crisi di proposta del centro-destra a livello locale, di fatto “commissariato” dalle dirigenze nazionali dei singoli partiti che lo compongono, e che con un comunicato congiunto hanno annunciato la candidatura del sindaco genovese Marco Bucci alle regionali.

Arenatesi le trattative per trovare un altro candidato, si è ricorsi alla figura di un amministratore consolidato, nonostante le sue difficili condizioni di salute e il fatto che in questi anni è stato il partner politico privilegiato di Toti. Insomma una parte di quel sistema entrato in crisi con quello che sul nostro giornale abbiamo definito il crack della cricca.

Sebbene la candidatura di Bucci nel 2017 fosse stata “imposta” dalla Lega, che puntava sulla figura di questo manager, il suo profilo è più quello di un “civico” conservatore che – grazie anche alla gestione del primo governo Conte dopo il crollo del Ponte Morandi – è riuscito a essere rieletto nel 2022 per un secondo mandato.

Il centrosinistra aveva già scelto l’ex ministro Andrea Orlando ad inizio settembre, una specie di primus inter pares nella rosa di nomi che circolavano da tempo, quando il Movimento 5 Stelle aveva rinunciato alla candidatura del senatore Luca Pirondini, ex candidato sindaco del Movimento nella tormentata scelta operata nel 2017.

Il “campo largo”, anzi larghissimo, tiene dentro anche una parte dei dirigenti liguri di Italia Viva – che aveva appoggiato Bucci nella corsa al secondo mandato – e Azione di Calenda. Una questione non di poco conto, considerando appunto che Italia Viva sostiene la maggioranza di Bucci in Comune e che 18 iscritti alla formazione renziana l’hanno lasciata a causa della decisioni dei vertici di appoggiare il “campo largo”.

Questo complica i giochi. Se Bucci infatti risultasse vincitore dovrebbe dimettersi da sindaco, in caso contrario dovrebbe scegliere se essere capo dell’opposizione in consiglio regionale – un profilo poco adatto al sindaco-manager – oppure potrebbe provare a rimanere alla guida del Comune, ma con un appoggio a quel punto per niente scontato dei renziani.

Insomma dalla crisi ligure innestata dalle pluriennali inchieste giudiziarie si sta arrivando ad un vero e proprio rebus dall’esito assai incerto.

Dentro questo contesto in cui il centrosinistra ha le sue pesanti responsabilità perché ha posto le basi delle politiche poi perseguite dalla destra su una serie di aspetti rilevanti come la privatizzazione della sanità e dei beni pubblici, il sostegno a “grandi opere inutili”, la turistificazione selvaggia della Riviera, l’abbandono dell’entroterra e, last but not least, il processo di de-industrializzazione che ha riguardato la regione.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • Andrea Vannini

    auguri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *