Menu

Col Piano strutturale di bilancio il governo rinnega tutto, promesse e retoriche ‘sovranare’

Che il “sovranismo” (non la difesa della sovranità popolare) fosse un’etichetta inventata per millantare uno scontro insanabile nella classe dirigente europea è cosa ormai evidente.

Centrodestra, centrosinistra, estrema destra e a volte anche esponenti di una sinistra definita – chissà perché – “radicale”, eseguono ossequiosamente i diktat di Bruxelles.

Le leggi di bilancio scritte dal governo Meloni sono lì a dimostrarlo, e ora il mantra del nuovo Patto di stabilità modella ogni singola mossa di Palazzo Chigi. Con questo, è arrivato anche il Piano strutturale di bilancio (Psb), che definisce i programmi di spesa da qui al 2031.

Insomma, con i suoi numeri si può avere un’idea chiara di quale Italia immagina l’esecutivo. Un paese che è in tutto e per tutto dentro la logica dei vincoli europei, e dunque della costruzione di questo polo imperialistico, a spese dei settori popolari.

Ma nella concretezza politica di tutti i giorni, questo significa anche mettere da parte le promesse fatte e i propri cavalli di battaglia. Ad esempio, la pressione fiscale, ‘cancro’ del paese nei discorsi del centrodestra, nel prossimo biennio salirà di un altro mezzo punto percentuale (42,8%).

Si tratta del valore più alto degli ultimi anni. Persino la Bce, a luglio, aveva espresso timori sul consolidamento fiscale, facendo notare come per l’Italia sarebbe stato però necessario riallineare la pressione alla media europea, di un paio di punti più bassa (tagliando di più la spesa,naturalmente).

Ora, il tema non è tanto la percentuale, ma su chi gravano le tasse, come, e l’evasione, e poi anche per quali servizi e investimenti le tasse vengono poi ‘utilizzate’. Ma se il governo è “più realista del re”, come si suol dire, c’è da preoccuparsi.

Lo stesso vale per un’altra promessa disattesa: l’abolizione delle accise sui carburanti. Nel Psb è previsto il riallineamento verso l’alto delle imposte sul diesel, con la cancellazione degli sconti sulla benzina: un’altra spesa che grava in misura maggiore sui redditi più bassi.

Viene confermato il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35 mila euro per i prossimi 5 anni. Ma sappiamo anche come una misura del genere viene pagata, appunto, dai diretti interessati con la diminuzione dei contributi previdenziali e quindi con il taglio dei servizi sul medio-lungo periodo.

Altri cavalli di battaglia, come l’ampliamento della Flat Tax per i redditi tra 85 e 100 mila euro, che era tanto caro alla Lega, scompaiono nel Psb. Non vanno d’accordo con le regole di Bruxelles, e dunque si dissolvono come neve al sole.

Non che la Flat Tax non fosse una misura regressiva da cancellare, ma ancora una volta la preminenza ce l’ha il cappio dell’”austerità europea”, non certo la progressività delle imposte e la razionalità economica. I governanti nazionali possono al massimo ridistribuire gli oneri; se trovano i fondi, tra l’altro.

Ad esempio, il ministero dell’Economia sta ora cercando di ridurre alcune detrazioni, cercando le coperture per altre misure, in particolare quelle promesse alle famiglie. Ma appunto, si tratta di spostare dei numeri in bilancio, togliendo con una mano quel che si finge di dare con l’altra, non di programmare una vera e propria politica economica.

Quello spetta a Bruxelles, non c’è discussione. E infatti nel documento si legge che il paese si impegna a “rispondere alle Raccomandazioni Specifiche per Paese del Consiglio Ue”.

La traiettoria strategica è poi tracciata dalla Commissione, ed è riassumibile in poche parole: “resilienza sociale ed economica, sicurezza energetica e sviluppo di capacità di difesa”. In pratica, attraversare la crisi, rafforzare l’autonomia energetica e prepararsi alla guerra.

Alla fin fine, non sorprende che anche i ‘sovranari’ di estrema destra non disdegnino queste mire di potenza, riscrivendo il “patriottismo” in chiave “occidentale”. Cioè la postura dei servi…

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *