Menu

Scontro tra Landini e governo. Che alle parole corrispondano i fatti

E’ arrivato il momento di una vera rivolta sociale”. I giornalisti rubano una battuta al segretario della Cgil Maurizio Landini al margine dell’assemblea dei delegati a Milano, la destra di governo si imbizzarrisce e la polemica divampa.

Avanti così non si può più andare, lo sciopero generale del 29 novembre non sarà che l’inizio di una “battaglia per cambiare non solo la manovra ma il paese” ha affermato Landini nel suo intervento all’assemblea.

Incitare alla rivolta sociale integra gli estremi di un reato” ha immediatamente minacciato il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. “Parla come i cattivi maestri degli anni 70″, ha aggiunto la vicecapogruppo dei senatori di FdI Antonella Zedda.

All’indomani del mancato incontro tra i sindacati e la presidente del consiglio Giorgia Meloni, rinviato alla prossima settimana per l’influenza della premier, e con sul tavolo lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil, la tensione è salita alle stelle.

Ad aggiungere pepe alla situazione c’è poi l’ipotesi di contratto per il pubblico impiego con l’Aran che è stata sottoscritta solo dalla Cisl e dai sindacati autonomi Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, ma non da Cgil e Uil (e Usb che aveva lasciato il tavolo negoziale giorni fa, ndr).

Ma tra le parole e i fatti ci sono diverse discrepanze” sottolinea Guido Lutrario di Usb, segnalando come in diversi comparti invece la Cgil gli accordi insieme alla Cisl li ha firmati eccome. Cita il caso dei Porti o del contratto integrativo alla Rai (tra l’altro respinti dai lavoratori) o di una categoria a forte caratterizzazione di lavoro povero come le cooperative sociali, dove hanno firmato i contratti insieme alla Cisl.

Emblematica in tal senso anche la reazione di ferrovieri e tramvieri del trasporto locale, protagonisti in queste settimane di una stagione di forte conflittualità sindacale e dove sono stati firmati accordi da Cgil Cisl Uil che estendono a dismisura la flessibilità degli orari, rendendo spesso insopportabili le condizioni di lavoro. La disponibilità allo sciopero dei lavoratori dei trasporti sta a lì a dimostrarlo.

Il governo sa benissimo che non intende e non può distribuire risorse per i settori sociali in maggiore difficoltà socio-economiche. Emblematico che mentre si torna a parlare di sacrifici e austerity, una grande banca come Unicredit dichiari ben 7,7 miliardi di utili, tutti posti al riparo da ogni misura redistributiva. Come noto la famosa tassa sugli extraprofitti delle banche è diventata solo un prestito da restituire nei prossimi anni.

Sul tavolo si palesano pertanto segnali inquietanti. Il governo, come fece Berlusconi con il Patto per l’Italia, punta ad arrivare a firme separate dei sindacati su molti capitoli, oltre che sui contratti. Imbarcare la sempre disponibile Cisl e i sindacati autonomi e, quando necessario, tagliare fuori la Cgil e la Uil oltre che i sindacati di base. Infine punta a “sterilizzare” il conflitto sociale anche attraverso misure repressive e liberticide come il Ddl 1660 che colpiscono pesantemente forme di lotta tradizionali del movimento sindacale come blocchi stradali, picchetti, occupazioni di edifici istituzionali.

C’è un cambiamento significativo nell’aria che tira nel paese. Se da un lato costringe chi si oppone al governo a radicalizzare di più le proprie posizioni, dall’altro c’è la necessità che alla parole corrispondano i fatti. E’ la realtà a dirci che non si gioca più, soprattutto con le parole.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

2 Commenti


  • Pasquale

    Da parecchio tempo è ora di una vera ribellione. Ma, ‘SE’ dovesse essere, non ‘sarebbe’ mai troppo tardi. Intanto i cazzoni e gli ‘sprovveduti sociologici’ forti dei decreti repressivi e reazionari, solo a sentirla pronunciare, gridano già al terrorismo per incutere, come al solito, timore tra la gente. Stiano tranquilli lor signori, gli italiani, purtroppo, non hanno il gene dei popoli latinoamericani per la Rivoluzione. Il vero problema invece è che le proteste e i cortei con striscioni e slogan sono superati… Sono solo ‘ballate’ intorno al perverso DdL 1660 partorito da un governo fascista. Bisogna essere incisivi e determinati con forme di lotta dura e vibrante o sono solo ennesime chiacchiere e distintivo.


  • Maurizio

    li hanno etichettati brigatisti, essi avevano capito tutto oltre 40 anni fa, saluto a pugno chiuso coloro rinchiusi al 41 bis

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *